A Gardaland una vetrina per l’habitat dell’alborella

Il trend “nature positive” sta coinvolgendo sempre più aziende e amministrazioni pubbliche con l’obiettivo di fermare la perdita di biodiversità. Succede anche nella zona del Lago di Garda, dove è stato avviato un parco ittiogenico sperimentale dedicato alle alborelle, pesce chiave della catena ittica alimentare ma in estinzione.

Grazie a 340mila euro devoluti da Regione Veneto e Fondazione Cariverona le acque dolci del Lago di Garda, nei pressi delle storiche mura della fortezza di Peschiera, sono state disseminate di nuovi canneti per facilitare la riproduzione dell’ alburnus arborella. E proprio in queste prime settimane di luglio dovrebbero schiudersi le uova: «Stiamo attendendo che la natura faccia il suo corso – spiega Sabrina Repetto, curatrice del Gardaland Sea Life Aquarium -: se il progetto riuscirà, sarà esportabile in tutti i laghi italiani». Intanto, all’interno dell’Acquario del Gardaland Resort ha fatto capolino una vasca speciale, contenente un banco di questi pesci. Qui i visitatori potranno aggiornarsi sulle problematiche correlate al rischio estinzione negli ambienti marini e in quello lacustre. È questo un importante elemento informativo/formativo portato avanti da Gardaland proprio grazie a Sea Life Aquarium (50 strutture simili sono presenti in 17 Paesi nel mondo). Una sorta di gamification della biodiversità: educare, spiegare, raccontare divertendo.

Ovviamente, qui non c’è il mare (come il progetto sembrerebbe evocare), ma acque dolci che vanno protette in termini di flora e fauna autoctona sin dalle acque del fiume Sarca, che nasce dai ghiacciai dell’Adamello-Presanella in Trentino e si immette nel Lago di Garda (poi nel Mincio, quindi nel Po e infine sfocia nel mare).

Un progetto educativo che può essere anche molto conveniente. Secondo il Word Economic Forum, l’implementazione su scala globale di politiche e iniziative per la tutela e il recupero dei sistemi naturali potrebbe portare alla creazione di 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030 e generare circa 10 trilioni di dollari di nuovo valore aziendale annuale, così come ha recentemente evidenziato il Nature Positive Network, creato su iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po.

Fonte: Il Sole 24 Ore