A Parigi da Christie’s le importanti collezioni trovano il consenso del mercato

A Parigi da Christie’s le importanti collezioni trovano il consenso del mercato

Christie’s France, dopo le vendite di arte impressionista e moderna del mese di aprile a Parigi che hanno realizzato 25,7 milioni di euro, ha organizzato durante la prima settimana di giugno tre vendite di arte del XX e XXI secolo che, complessivamente, hanno totalizzato 25 milioni di euro, rispetto a una stima pre-asta compresa tra un minimo di 16,5 e un massimo di 23 milioni di euro. Un risultato di tutto rispetto, ma va sottolineato che 117 opere delle 201 appartenevano a due importanti collezioni private: la collezione Crémieux e quella Renault. Quest’ultima ha tuttavia suscitato indignazione da parte dei lasciti dei diversi artisti che, lo scorso 28 maggio, hanno pubblicato una lettera sul quotidiano francese Le Monde dichiarandosi “categoricamente contrari alla dispersione di una parte significativa di questa collezione” sostenendo che sono state violate le condizioni alle quali gli artisti avevano inizialmente accettato di contribuire alla collezione e pertanto la società, “ha tradito completamente il suo impegno nei confronti degli artisti”. Una polemica che fa riflettere sulle collaborazioni tra artisti e poi loro eredi e i collezionisti.
Ma ecco in sintesi i risultati più significativi dei tre appuntamenti.

La collezione Cremieux

La vendita Collection Crémieux, passion privée ha disperso 84 lotti per un totale di 4,6 milioni di euro (stima pre-asta 3,8 – 5,4 milioni di euro). Costituita da Rosine Bernheim-Crémieux e Claude Crémieux, la loro Collezione riunisce i grandi nomi della scena francese come Matisse, Dubuffet, de Staël e Degottex, nonché artisti internazionali come Rauschenberg, Wesselmann e Lam. Incentrata sul dopoguerra e radicata nelle Avanguardie, comprendeva anche opere derivanti dall’eredità familiare saldamente radicata nelle precedenti correnti artistiche d’avanguardia, come testimoniano i paesaggi impressionisti di Pierre-Auguste Renoir «Paysage du midi» (lotto 55, olio su tela 13,6 x 15 cm) aggiudicato per 94.500 euro, da una stima di 35-55 mila euro, e l’olio su tela di di Auguste Herbin del 1928-29, «Composition», stima pre-asta 150-250mila euro, aggiudicato a 252mila euro. Tra le altre opere che hanno suscitato interesse non ha deluso il lotto 12, copertina del catalogo, l’olio su tela «Quai de Grenelle», 1954 di Nicolas de Staël battuto per oltre un milione di euro, da una stima compresa tra 600-800mila euro. Molto richieste le due opere di Tom Wesselmann in particolare il lotto 2, «Study for Bedroom Painting #3» passato di mano per 233.100 euro (stima 80-120.000 euro), mentre non hanno perso appeal le ceramiche di Pablo Picasso, «Figure de proue» del 1952, edizione di 300 esemplari, è stata venduta a 10.080 euro (stima 6-8000 euro). Dei tre lotti offerti dell’artista Wifredo Lam, solo «Oiseau papaye, Buen ritiro ou Les idoles crépusculaires», 1944 è stato aggiudicato a 277.200 euro, all’interno della stime pre asta.

La collezione Renault

Tutti i 33 lotti della controversa asta di Christie’s “Renault Collection, Leading the way” sono stati aggiudicati lo scorso 6 giugno e il ricavato totale pari a 10,6 milioni di euro (stima compresa tra 4,6 e 6,5 milioni di euro) sarà indirizzato alla creazione del Fonds Renault pour l’art et la culture, un fondo di dotazione dedicato alla conservazione delle opere della sua collezione d’arte e al sostegno delle creazioni artistiche contemporanee con l’obiettivo di creare una collezione unica di Street Art che rifletta l’immagine dell’azienda in tutto il mondo, con un legame particolare con la Francia. Sarà composta da acquisizioni, commissioni speciali e iniziative per diffondere la cultura artistica della Street Art. Dal 15 giugno prossimo, la prima opera commissionata a un artista di strada – prodotta nella fabbrica di Douai, Ampere ElectriCity – sarà svelata a Parigi, insieme a opere restaurate della collezione storica.

La nascita della collezione Renault risale al 1967 quando con Claude Renard, un dirigente con una profonda passione per l’arte e la cultura con stretti legami con André Malraux e diversi artisti, che giocarono un ruolo cruciale per la collezione della casa automobilistica, ma allo stesso tempo anche per la sua collezione privata che, oggi in parte, è custodita presso la Fondazione Beyeler: 33 opere, vale a dire il nucleo principale tra cui lavori di Jean Dubuffet, Sam Francis e Sigmar Polke; ma anche Basquiat e Baldessari, raccolte nel corso degli anni da Claude Renard e dalla moglie Micheline. La casa automobilistica francese per la collezione aveva sviluppato un modello di sponsorizzazione pionieristico per l’Europa che ha favorito il dialogo diretto con gli artisti. Questa partnership, che spaziava dal sostegno finanziario all’accesso privilegiato ai workshop, ha portato a collaborazioni e ha permesso ai talenti di creare opere nuove e spesso monumentali, esponendo i lavori negli edifici industriali. Nel corso degli anni, Renault ha costruito una collezione d’arte che riflette il suo coinvolgimento nella società, testimoniando con attenzione e impegnandosi attivamente con l’arte del suo tempo. Questa collezione abbraccia oggi un’ampia gamma di discipline e comprende 550 pezzi (tra cui 200 fotografie, per lo più di Robert Doisneau) di importanti artisti francesi e internazionali.
L’asta presentava tra i lotti l’iconico diamante che ha ornato il logo Renault fino al 1992, realizzato da Victor Vasarely, artista che occupa una posizione speciale nella storia dell’azienda. Tutti e tre i dipinti dell’artista: «Tonk» (stime prevendita 100.000-150.000 euro), «Re.Na» (stima 60.000-80.000 euro) e «CTA 102» (stima 50.000-70.000 euro) hanno segnato prezzi superiori alle stime massime e, rispettivamente, pari a 277.200, 214.200 euro e 163.800 euro.

Tra le altre opere di spicco dell’asta figurano tre opere della serie «L’Hourloupe» di J. Ian Dubuffet: «Lice tapisse» aggiudicato a 1.371.000 di euro (stima 1.000.000 – 1.500.000 euro), «Le Moment critique (site avec deux personnages)» che ha superato il milione di euro (600.000 – 800.000 euro) e «Fiston la Filoche» venduto a 995.400 euro (400.000 – 600.000 euro).
Tra gli altri lotti degni di nota la scultura cinetica «EOS XII» dell’artista svizzero Jean Tinguely che da una stima compresa tra 50-70.000 euro ha raggiunto 403.200 euro. Sono state battute un’opera di Sam Francis, «Untitled», 1980 (stima 200-300.000 euro aggiudicata a 529.200 euro e «1-800 (Savage)» del 1984 di Robert Rauschenberg venduta a 831.600 euro (stima 180-250.000 euro) opere che illustrano il ruolo simbolico svolto dalla scoperta dell’arte americana contemporanea nella genesi della collezione.

Fonte: Il Sole 24 Ore