A Roma, con il fascino dell’invito a Palazzo
C’è qualcosa di nuovo a Roma, anzi d’antico. Nella tumultuosa baraonda di cantieri aperti per l’imminente Giubileo (la città aspetta milioni di turisti e mette alla prova la pazienza di chi ci vive e lavora) sul fronte degli hotel di lusso, per esempio, si completano ristrutturazioni appena fatte (lo storico e centralissimo Hotel d’Inghilterra, per dire) e si concentrano gli investimenti dei principali marchi e dei maggiori protagonisti del settore: la stima per il 2025 è quella di un aumento delle camere extra lusso del 30% e di un raddoppio nei prossimi 5 anni, con in campo sigle come Mandarin, Four Seasons, Orient Express e via elencando.
Le nuove dimore storiche
Eppure sta prendendo piede un’altra realtà, più intima e non meno preziosa: quella di restaurare con impegno dal punto di vista della conservazione (spesso vigilata dalla sovrintendenza) e spingendo sul design contemporaneo palazzi e dimore storiche, a volte pubbliche a volte private: realtà indipendenti di grande fascino e di sicuro impatto nel segmento. L’ultimo arrivato è Palazzo Talìa (primo hotel di lusso tra le proprietà della famiglia Federici), sorto negli spazi del, ben noto ai romani, Collegio del Nazareno. Spazi monumentali trasformati in scenografie (in certi scorci sembra davvero di essere su un set) immaginate dallo Studio Luca Guadagnino – sì, proprio il poliedrico regista, ottimo decoratore d’interni –, mentre le stanze sono state progettate e curate dallo studio di Mia Home Design Gallery e da Laura Feroldi Studio. E se molti romani arrivano attratti dalla trasformazione della loro scuola d’un tempo, altri vogliono vedere le scelte di Guadagnino (tappeti di geometriche colorazioni per un sicuro colpo d’occhio), mentre un’ottima carta dei cocktail ispirati alle Muse dà slancio al bar, e l’ampio giardino (curiosi ascensori esterni ovoidali) costituisce una valida opportunità per le serate: nelle “ottobrate” romane stare fuori è un piacere.
Da Casa Monti a Palazzo Shedir
E, parlando di design, non può non essere menzionata l’apertura più recente. Dopo un rodaggio iniziato prima dell’estate, l’inaugurazione ufficiale di Casa Monti (una ex caserma), struttura italiana del gruppo francese Leitmotiv (a Parigi ha l’interessante La Fantaisie) con il sapiente disegno, curato al millimetro, di Laura Gonzalez.
Si tende a una “sprezzatura” che richiama all’eleganza vivace del quartiere Monti, zeppo di botteghe artistiche e alternative. Oltre alla terrazza panoramica e a una spa affrescata con motivi romaneggianti, piccola ma completa, il plus è il dettaglio: per me, il disegno più cool di sempre delle ciabattine da stanza (bicchiere da martini su un piede, un’oliva infilzata sull’altro, su strisce bianche e rosse), e le stanze allestite, incredibile, con libri “veri”, cura da librai, che talora si rifanno ai gusti presunti del cliente. Esperienza decisamente piacevole.
Svolti un angolo segreto e ti si apre una porticina che immette nel favoloso Palazzo Shedir, solo tre suite e una camera superior, mentre saloni affrescati, giochi prospettici, stucchi, marmi rari ti introducono direttamente nella casa barocchissma che fu dei Borghese e condivide tuttora il giardino con l’ambasciata spagnola: solo a Roma! Lusso d’altri tempi; e il gruppo (che in città, tra gli altri, ha anche i piccoli gioielli di Umiltà36 e Vilòn) seleziona con cura gli edifici su cui puntare, ricavando oasi di piacere e riservatezza nella frenesia della città. Oppure, ecco il Palazzo delle Pietre, formula ancora diversa. Qui è stato l’ingegnere Carlo Mazzi che ha restaurato il palazzo, inserito nel circuito delle Dimore Storiche Italiane: otto appartamenti di lusso, viaggi nel tempo e superba collezione di pezzi di antiquariato e design che arredano le stanze, cura meticolosa. In più, una sorta di club culturale che presenta libri, propone esperienze e si distacca dai “soliti” servizi offerti dagli hotel.
Fonte: Il Sole 24 Ore