A Roma guizzo vincente di Cavendish. La maglia rosa Roglic premiata da Mattarella
Finisce così, nel set magico di una Roma quasi cinematografica, con il presidente Sergio Mattarella che applaude lo sprint vincente di Mark Cavendish, velocista britannico di lungo corso, il Giro d’Italia.
Un Giro molto particolare, partito in sordina ma esploso nel finale prima con l’exploit di Primoz Roglic sul Monte Lussari, dove ha strappato la maglia rosa a Thomas, e poi con questo straordinario epilogo nella capitale culminato nel guizzo di Cavendish, velocista di razza, che firma così la sua 17esima vittoria alla corsa rosa, degno finale di una lunghissima carriera.
Basti pensare che sono passati 15 anni dal suo primo successo al Giro, centrato a Catanzaro nel 2008. Un record di longevità anche questo, strappato addirittura al mitico Gino Bartali. Cavendish, 38 anni, molto legato all’Italia e alla Toscana, incredulo e quasi in lacrime, ha annunciato il suo ritiro. Nella volata, caratterizzata da una caduta ai 300 metri di 7 corridori, Cavendish ha battuto il lussemburghese Kirsch e il siciliano Fiorelli. Ma il centro della scena. e della festa, va naturalmente a Primoz Roglic, sul podio più alto, affiancato da Geraint Thomas e Joao Almeida, i suoi avversari più tenaci.
E così eccolo qua, Roglic, che riceve da Mattarella il trofeo “Senza fine” il premio che aspetta al vincitore. Insomma, tra sorrisi e rimpianti, e quel po’ d commozione che si porta sempre dietro ogni congedo, finisce anche questo Giro d’Italia , il 106esimo della sua lunga storia cominciata nel 1909 e interrotta solo dagli avvenimenti bellici.
Che Giro è stato? Chiaramente, con un finale al calar bianco come quello sul Monte Lussari, ogni giudizio precedente viene per forza di cose modificato e riadattato. Perfino il suo logorante attendismo (cinque tappe di montagna con quattro scattini), con quel continuo rimandare la resa dei conti, è servito ad aumentare l’esplosività del successo di Roglic, primo sloveno a conquistare la corsa rosa. Bellissimo anche lo scenario, in cima al santuario dei popoli, sopra Tarvisio, dove tre confini (Italia, Slovenia e Austria) quasi si toccano. Diciamo che dopo venti tappe di melina, questo finale col botto è il migliore possibile. Come dopo dei fuochi artificiali mosci, e tutti stanno andando a casa, arriva una fantasmagorica chiusura da applausi. E anche la conclusione romana, con il presidente Mattarella che offre a Roglic la maglia rosa nello scenario unico della città eterna (uno spot formidabile nel mondo dopo la devasta alluvione in Romagna), è il miglior epilogo che si poteva offrire alla corsa.
Fonte: Il Sole 24 Ore