A Rondine, dove i giovani cercano pace e responsabilità
«I miei occhi si guarderanno nei tuoi, i tuoi nei miei. In modo che tu potrai vedermi con i miei occhi e io con i tuoi». Benvenuti a Rondine (Arezzo), cittadella della pace, laboratorio di un altro mondo possibile, dove studenti israeliani provano a specchiarsi nei coetanei palestinesi; giovani ucraini imparano a dialogare con compagni di classe russi e una ragazza, Elina Khachatryab, armena, vincitrice della borsa di studio 2024, ha provato a lasciarsi alle spalle il conflitto con gli azeri. Qui è iniziato quest’anno il cammino della Giornata della virtù civile, promossa dall’Associazione Giorgio Ambrosoli, che culminerà il 21 novembre a Milano (dopo un gemellaggio anche con Palermo – 8 novembre – e Torino – 19 novembre).
In quest’angolo della Toscana, ragazzi provenienti dai troppi conflitti aperti in giro per il mondo imparano a far «evaporare quel vissuto di scontro da cui provengono, per uscire dalla logica amico/nemico e ritrovarsi vicini, insieme, in una stessa comunità. Caso mai diventare anche amici». Nelle parole di Franco Vaccari, presidente dell’esperimento della cittadella di Rondine, non c’è l’astrattezza dell’utopia ma la fatica quotidiana di chi ormai da anni insegna come superare i conflitti, «ogni tipo di conflitto che esiste nella nostra società e che è trasversale», scegliendo come unità di misura imprescindibile «la cura della persona, il rispetto, il riconoscimento dell’altro e il dialogo».
Vale innanzitutto per le grandi tragedie del mondo, calate nelle vite di singoli studenti che arrivano fin qui per frequentare corsi universitari, vivere esperienze uniche e condividere poi quel seme del cambiamento con altri, una volta tornati a casa. In fondo, come ammoniva il cardinale Carlo Maria Martini, «educare è come seminare, il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto». Ma insegnare a superare la logica della contrapposizione vale anche per le sempre più numerose aziende che hanno scelto di investire nella cultura delle relazioni tra colleghi e hanno inviato, nelle campagne dell’aretino all’Accademy di Rondine, propri manager per «imparare come trasformare il conflitto – spiega Vaccari – e come creare un diverso clima nelle relazioni professionali».
In questo momento storico in cui così forte è il fragore delle armi, Rondine potrebbe sembrare la romantica proiezione del mito dell’età dell’oro. Ma non i versi bucolici della IV egloga di Virgilio sono stati declamati sabato alla partenza del nuovo anno accademico; piuttosto è risuonato il richiamo «all’assunzione di responsabilità verso la nazione» pronunciato dal Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cui memoria è dedicata quest’anno la Giornata della virtù civile, celebrata negli anni passati sempre sotto l’alto patronato del Quirinale.
Spirito di responsabilità e di servizio indusse l’avvocato Giorgio Ambrosoli ad accettare l’incarico di commissario liquidatore della banca privata di Sindona come «l’occasione unica di fare qualcosa per il Paese, qualunque cosa accada», come scrisse alla moglie Annalori nella lettera testamento; e spirito di servizio e responsabilità portarono l’ottantasettenne Napolitano ad accettare il secondo mandato sul Colle più alto, nel mezzo della più grave crisi economica della storia italiana del Dopoguerra. Per questo, l’Associazione civile Giorgio Ambrosoli ha dedicato alla sua memoria la Giornata delle virtù civili, come sarà spiegato a fine novembre nell’appuntamento al Conservatorio di Milano.
Fonte: Il Sole 24 Ore