A Tim Cook laurea honoris causa dalla università Federico II di Napoli
Da Cupertino a Napoli: il viaggio di Tim Cook, ceo di Apple, a cui l’Università Federico II ha conferito la laurea honoris causa in Innovation and international management. Una occasione per suggellare un rapporto molto forte con la città nato nel 2016 quando è stata fondata la Apple Developer Academy nel polo universitario di San Giovanni a Teduccio. L’inizio di un percorso che sta trasformando la degradata periferia orientale napoletana oggi sede di altre numerose academy e di un polo tecnologico avanzato.
Viaggio in Italia
Ad accompagnare Cook anche tanti vertici dell’azienda statunitense. A partire dalla vicepresidente, Lisa Jackson, che più di una volta ha visitato l’Accademy napoletana. Dopo una prima tappa, in mattinata, al Rione Sanità – dove il ceo di Apple ha incontrato lo scultore Jago – Cook è arrivato al Corso Umberto dove ha raggiunto la sede storica dell’Università laica più antica d’Europa.
A presenziare all’evento anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, già rettore dell’Università Federico II proprio negli anni che hanno visto la nascita della partnership tra Apple e la Federico II. Hanno preso parte alla celebrazione anche la Console statunitense di Napoli, il prefetto Claudio Palomba, il questore Alessandro Giuliano, i direttori di dipartimento della Federico II, tutti i vertici dell’ateneo e il presidente del Napoli calcio, Aurelio De Laurentiis.
La lectio magistralis
«È un onore ricevere questo riconoscimento da un’istituzione con una storia così illustre, che ha istruito alcune tra le menti più brillanti per quasi 800 anni – ha esordito il Ceo di Apple Tim Cook nella sua lectio magistralis prima di ricevere la laurea honoris causa – Apprezziamo molto la nostra partnership che ha portato alla prima academy europea di Apple proprio qui».
I numeri della Apple Academy
«Da quando abbiamo avviato il programma – ha aggiunto Cook – l’Academy ha insegnato a quasi 2mila studenti di 77 Paesi diversi a costruire le proprie app e a dare vita alle loro idee. L’innovazione non è facile ma lavoriamo con persone che sono pronte a sfidarsi sugli obiettivi più ambiziosi».
Fonte: Il Sole 24 Ore