A Torino l’ultima apertura dell’Antico Vinaio, street food toscano

A Torino l’ultima apertura dell’Antico Vinaio, street food toscano

Tommaso Mazzanti fondatore dell’Antico Vinaio a due anni dall’avventura statunitense con Joe Bastianich apre a Torino un nuovo punto vendita in concomitanza con l’Eurovision. È stata scelta una location strategica a pochi metri dalla Mole Antonelliana dove oggi, sabato 7 maggio, apre l’ultimo suo locale. Una scelta non casuale perché dal 10 al 14 maggio il capoluogo ospiterà la 66ª edizione dell’Eurovision Song Contest, che lo scorso anno ha visto il trionfo tanto inatteso quanto meritato dei Maneskin.

Un appuntamento di primo piano a livello internazionale, che fa il paio con la finale della Champions League femminile di calcio sulla quale si accenderanno i riflettori dello Juventus Stadium sabato 21 maggio.Due grandi eventi che hanno spinto il fondatore de “All’Antico Vinaio”, il fiorentino Tommaso Mazzanti, a scegliere proprio Torino per inaugurare l’undicesimo punto vendita della sua catena, divenuto un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati dello street food toscano per eccellenza. Cosa offrono questi locali? Sono praticamente mono prodotto ovvero servono la schiacciata in decine e decine di versioni. La schiacciata è una focaccia salata condita con olio d’oliva e servita con diversi e golosi ingredienti. È nato così questo piccolo impero enogastronomico che, secondo le previsioni del fondatore, è destinato a chiudere il 2022 con un fatturato complessivo di 20 milioni di euro.

Quella di Mazzanti è la storia di un imprenditore partito dal basso, impiegato come garzone nella rosticceria di famiglia e divenuto grande grazie alla propria dedizione al lavoro, a una comunicazione genuina e a un sapiente utilizzo dei social. Risultato, oggi All’Antico Vinaio lavorano oltre 150 persone full time, le assunzioni sono sempre aperte, ogni punto vendita fattura 2 milioni l’anno e il solo bacino di Firenze sforna quotidianamente 4mila schiacciate ripiene, servite a turisti italiani e stranieri, ma anche ai lavoratori in pausa pranzo. Un successo che affonda le proprie radici a Firenze, in una piccola bottega alle spalle degli Uffizi; chi ha la possibilità di passare oggi dal primo locale aperto, non potrà non rimanere impressionato dalla fila di persone in attesa che la leggenda narra sia lunga letteralmente il doppio rispetto a quella di chi si appresta a visitare uno dei musei più famosi al mondo.Una scena che si ripete a Roma, a pochi passi dal Pantheon, e a Milano, a ridosso di piazza del Duomo.

Ma anche negli Stati Uniti, a Times Square, per la precisione, dove nel 2021 Mazzanti ha aperto il primo Antico Vinaio su suolo americano dopo aver testato il mercato con due pop-up all’interno dei locali della famiglia di Joe Bastianich a New York e Los Angeles. Un successo che ha spunto Mazzanti a osare sempre di più, tanto da avere in programma altre tre aperture tra Italia ed estero entro la fine del 2022.«La cosa per me più importante – spiega l’imprenditore – è non perdere mai la mia genuinità. Sia personale che del prodotto che offriamo ai clienti. È il nostro modo per fidelizzare la nostra community e promuovere l’eccellenza enogastronomica italiana e toscana nel mondo.

Lo street food è un settore in forte espansione nelle nostre città ed è un attrattore eccezionale per i turisti internazionali. Il mio obiettivo è portare prodotti di qualità in tutti i principali centri storici d’Italia, dando così un ulteriore impulso al turismo in una fase delicata quale è quella che stiamo vivendo». A determinare buona parte del successo di quella che ormai è diventata una vera e propria catena, è la community social che quotidianamente posta, commenta, e interagisce con Mazzanti attraverso i suoi canali. Un mondo in perenne collegamento che costringe anche i gestori a non abbassare mai la guardia sia sul prezzo dei prodotti che sulla qualità.«Per noi è uno stimolo costante – rimarca Mazzanti – che ci spinge a migliorarci sempre senza snaturarci mai. Questa community rappresenta anche un valore aggiunto dal punto di vista occupazionale: spesso non siamo nemmeno noi a dover cercare dipendenti ma sono loro che vengono a trovare noi perché ci conoscono online. Una volta qui scoprono che l’ambiente è sano, c’è possibilità di crescere professionalmente, dirigere un punto vendita e, perché no, girare il mondo».

Fonte: Il Sole 24 Ore