A Venezia il glorioso Festival di Musica Contemporanea della Biennale

Il glorioso festival di Musica Contemporanea di Venezia fu fondato nel 1930, la prima manifestazione della Biennale ad affiancare l’Esposizione d’Arte, che aveva caratterizzato la Biennale sin dalle sue origini. Nella grande storia del Festival incontriamo prime assolute e commissioni ai maggiori autori, da Stravinskij e Prokofiev in poi – l’elenco sarebbe interminabile. Alla Scala buona occasione, per la messa in scena per la prima volta un’opera del grande seicentesco Cesti, l’Orontea. A Pisa pure non frequente ascolto della Missa Glagolitica di uno dei maggiori autori coevi di Puccini, il moravo Leos Janáček.

Venezia

Il 68° Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia si svolge dal 26 settembre all’11 ottobre. Diretto dalla compositrice Lucia Ronchetti il festival è quest’anno dedicato alla Musica Assoluta. Come scrive Ronchetti, “indagherà cioè il significato della musica quale linguaggio autonomo, entrando nel laboratorio dei compositori e degli interpreti, senza riferimenti extra-musicali e visivi. Alla tradizione di matrice europea si aggiungeranno le diverse scene dell’elettronica e quelle generate dalle prassi improvvisative. Il festival si articolerà in dieci sezioni. La sezione Polyphonies presenta complesse composizioni per orchestra, con solisti e trattamento elettronico. Le tecniche sofisticate sviluppate dai celebri compositori coinvolti in questa sezione, attraverso la costruzione di raffinate stratigrafie sonore, generano monumentali architetture acustiche”. Questa sezione apre il Festival il 26 al Teatro La Fenice, dove l’Orchestra del Teatro presenterà musiche di Rebecca Saunders, che l’indomani riceverà il Leone d’Oro alla Carriera.

Milano

Il 26-28-30 settembre e 2-5 ottobre alla Scala l”Orontea”, di Antonio Cesti; prima volta alla Scala di un’opera di questo compositore. Nato ad Arezzo nel 1623, Antonio Cesti è con Monteverdi e Cavalli il rappresentante più significativo dell’ opera seicentesca. Dirige Giovanni Antonini, regia e luci di Robert Carsen, nel ruolo del titolo Stéphanie d’Oustrac. Carsen riporta ai giorni nostri la vicenda della regina Orontea, refrattaria alla ragion di stato e innamorata del pittore Alidoro (interpretato da Carlo Vistoli). La protagonista diventa una donna di potere nostra contemporanea, figura di riferimento nel mondo dell’arte nella Milano di oggi. Ancora una volta Carsen modifica l’ambientazione ma va al cuore dei meccanismi di seduzione, inganno, sorpresa, sensualità e ironia del teatro barocco,

Un’ora prima dell’inizio di ogni recita, al Ridotto dei Palchi, si terrà una conferenza introduttiva all’opera tenuta da Elisabetta Fava. La rappresentazione del 5 ottobre sarà trasmessa in live streaming sulla piattaforma LaScalaTv e resterà disponibile on demand fino al 12 ottobre.

Pisa

Il 27 in Cattedrale si conclude la 23a edizione della rassegna Anima Mundi con una rara esecuzione della cantata “La montagna delle tre luci”, scritta nel 1954 da Bohuslav Martinů, e la grandiosa “Messa glagolitica” di Leoš Janáček, del 1926. Con il Coro Filarmonico Cèco di Brno e l’Orchestra Filarmonica Janáček di Ostrava. Scriveva l’autore:” Ho voluto ritrarre la fiducia nella saldezza della nazione su una base non religiosa ma morale, che chiama Dio come testimone”. Lavoro indubbiamente tipico dell’estrema stagione creativa del compositore moravo, e percorso da una inesausta carica innovativa di fortissima suggestione.

Fonte: Il Sole 24 Ore