Abuso d’ufficio, l’abolizione salva il comandante che evita i controlli ai commercianti

L’abolizione del reato di abuso d’ufficio salva il comandante della municipale che richiama, su indicazione del titolare del locale, gli assistenti usciti per controlli programmati, per contestare al commerciante l’occupazione del suolo pubblico. Alla Cassazione (sentenza 41430) dopo l’abolizione del reato, non resta che constatare l’abrogazione del reato – con la legge 114/2024 – previsto dall’articolo 123 del Codice penale, e revocare anche le relative decisioni di risarcimento in sede civile.

Tra accuse prescritte e abrogazioni

Per l’ex comandante della polizia municipale resta però il dovere di risarcire il comune della città presso la quale prestava servizio, per il danno patrimoniale e all’immagine, rispetto ai consociati e allo stesso ente locale, derivato da una serie di altre contestazioni per reati prescritti, per i quali sono mancati però gli elementi per un’assoluzione nel merito. All’ex comandante era stata, infatti, contestata la corruzione “ per aver ricevuto somme di denaro e capi di abbigliamento per svolgere in favore di un investigatore privato accertamenti su precedenti penali e visure camerali; il peculato per aver usato l’auto di servizio per fini privati; e la truffa per aver falsamente attestato la sua presenza in ufficio, procurandosi indebitamente emolumenti stipendiali e benefit”. Nulla invece sarà dovuto per la contestazione dell’abuso d’ufficio cancellato dal decreto Nordio.

Fonte: Il Sole 24 Ore