Accordo di programma per l’aeroporto di Gorizia, ospiterà grandi eventi

Un accordo di programma per fare dell’aeroporto Duca d’Aosta di Gorizia il “Campo volo” del Friuli Venezia Giulia. Lo scalo – di proprietà interamente pubblica, in maggioranza del Comune – al confine con la Slovenia, è catalogato come “aeroporto minore per aviazione generale”, e in questa categoria è il più grande d’Italia, oltre che uno dei pochi luoghi in regione ad avere una superficie sufficientemente vasta per ospitare manifestazioni di grandi dimensioni, come i concerti di artisti di fama internazionale.

I grandi eventi

«Ora l’obiettivo è arrivare preparati re l’area in tempo utile per alcuni dei più importanti appuntamenti inseriti nel fitto calendario della Capitale europea della Cultura 2025», ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini alla sottoscrizione dell’accordo con il Comune – rappresentato dal sindaco Rodolfo Ziberna – e la società consortile dell’Aeroporto Duca d’Aosta con il presidente Antonino Vivona. A sostegno dell’adeguamento della struttura, la Regione ha stanziato 2,5 milioni di euro. «L’accordo – ha spiegato l’assessore Bini – è frutto di un lavoro di squadra. L’intesa rappresenta un valore aggiunto per il territorio e per tutto il Friuli Venezia Giulia perché consentirà di riqualificare la zona, così da renderla adatta ai grandi eventi. Dei circa 150 ettari complessivi – ha chiarito l’assessore regionale – 20 saranno quelli destinati ai concerti, potendo accogliere manifestazioni con anche 100mila spettatori. L’obiettivo è quello di garantire un’opportunità di richiamo turistico per il territorio nel lungo periodo, potendo anche contare sulla posizione strategica dell’aeroporto in un’area transfrontaliera. Il sistema dei concerti ci sta dando ragione, come testimoniano i numeri importanti dai quali emergono crescite costanti di pubblico e presenze nel tempo».

I contenuti

L’accordo di programma prevede interventi di bonifica bellica, disboscamento e potature dell’area, ripristino e completamento della recinzione e dei cancelli di accesso. Inoltre verranno realizzati e ripristinati la fondazione stradale e dei piazzali, gli impianti idrici, fognari, elettrici e di sicurezza. Lo scalo è attualmente usato come tappa nei viaggi di aerei fino a sei posti: Nei nostri progetti le infrastrutture che verranno realizzate, compresa la banda larga, potrebbero rendere attrattivo lo scalo anche per l’insediamento di nuove aziende», spiega il presidente Vivona. Attualmente nello scalo, che lo scorso hanno ha registrato 5.388 movimenti totali (decolli e atterraggi) ha sede la Pipistrel, azienda aeronautica italo-slovena acquisita dalla società statunitense Textron, che opera nel settore dei velivoli a propulsione elettrica e delle batterie necessarie al settore.

Il nodo burocrazia

«Se potessi usare anche la seconda pista potremmo sostanzialmente raddoppiare il nostro traffico- aggiunge il presidente Vivona – ma proprio la vicinanza al confine la rende inutilizzabile fino a quando i due Paesi non si accorderanno».

L’entrata della Slovenia nell’Unione Europea a maggio 2004 ha reso sostanzialmente superato il confine con l’Italia: la modifica però non è mai stata formalizzata. «Quando il vento lo richiede, per atterrare controvento, alcuni aerei potrebbero dover usare la pista attualmente in disuso, ma per farlo sconfinerebbero per meno di un minuto e di un chilometro nello spazio aereo sloveno, con il rischio per il pilota di perdere anche la licenza. Abbiamo già segnalato il caso a Enac perchè, con la controparte, si possa raggiungere una soluzione», conclude.

Fonte: Il Sole 24 Ore