Acea: «Auto, non contestiamo il bando del 2035 ai combustibili fossili»
In molti avevano preconizzato un ritorno al passato dopo le prossime elezioni europee di giugno. Come minimo un rinvio del tanto contestato stop alla produzione di motori a combustione interna, benzina e diesel, fissato da Bruxelles al 2035. I costruttori di automobili avevano proposto a fine novembre un Manifesto in cinque punti. Nientemeno che «raccomandazioni di alto livello per le politiche, indirizzato alle istituzioni europee per il mandato 2024-29»: Industrial Deal, stop alla giungla di regolamenti spesso contrastanti tra loro, mercato libero ma equo, neutralità tecnologica e libera mobilità di persone e merci.
Troppo tardi per fare marcia indietro
E però proprio le case automobilistiche europee non contesteranno la decisione dell’Unione Europea di mettere al bando i veicoli a combustibili fossili entro un decennio, indipendentemente da chi prevarrà nelle urne. Lo ha dichiarato Luca de Meo, presidente dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), durante il salone dell’auto di Ginevra. «Non stiamo contestando il 2035», ha fatto sapere de Meo. Secondo il ceo del gruppo Renault, infatti, è ormai troppo tardi per fare marcia indietro: sono stati investiti miliardi a decine su una tecnologia che forse non rappresenterà mai il totale dell’offerta ma sarà comunque quella «dominante». Quanto all’Ice ban nel 2035 «è potenzialmente fattibile, ma devono essere poste le giuste condizioni», ha avvisato de Meo.
Pressione sull’industria europea
Intanto la flessione della domanda ha aumentato la pressione sull’industria europea. La scorsa settimana Mercedes-Benz ha dimezzato l’obiettivo al 2030: 50% di elettriche e non più 100 per cento. Tutte le case, soprattutto quelle che puntano sui volumi, sono strenuamente impegnate nella riduzione dei costi e nello sviluppo di modelli più accessibili, mentre i cinesi arrivano in Europa con modelli più economici.
La politica deve garantire maggiori sussidi e reti di ricarica più capillari per incoraggiare l’adozione delle auto a batteria. Oltretutto a Bruxelles non potranno trascurare il fatto che che l’energia in Europa costa «tre volte rispetto agli Stati Uniti e tre rispetto alla Cina». La condanna a soccombere, per un’industria in competizione.
Fonte: Il Sole 24 Ore