Aceto Balsamico di Modena Igp, ora è tutelata anche la «Riserva»
Arriva l’Aceto Balsamico “riserva”. È una delle principali novità entrate in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del 22 gennaio 2025 che modifica il disciplinare di produzione dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, che può contare su un giro d’affari di oltre un miliardo di euro e su una quota di export che supera il 90%. Lo comunica il Consorzio di tutela che si dichiara «soddisfatto per il passaggio storico che introduce, oltre ad alcuni miglioramenti regolamentari, una nuova categoria di Aceto Balsamico di Modena individuato con l’espressione significati di “riserva”».
«Le modifiche al disciplinare di produzione rappresentano un ulteriore passo per garantire la qualità e la tutela del nostro prodotto, simbolo di eccellenza e tradizione. Sono il risultato di un lavoro lungo e condiviso – commenta Mariangela Grosoli, Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena – volto a garantire che ogni goccia di Aceto Balsamico di Modena Igp rispetti i più alti standard di qualità e continui a raccontare la storia di un territorio unico al mondo. La nostra missione, come Consorzio, è quella di preservare e promuovere l’autenticità del nostro prodotto, proteggendo il consumatore e il nostro patrimonio culturale».
Le principali modifiche al disciplinare includono una revisione generale del disciplinare, un aggiornamento nei principi in materia di etichettatura e l’introduzione della categoria “Riserva” per i prodotti invecchiati oltre 5 anni.
«In particolare, il testo del disciplinare di produzione è stato sottoposto a una revisione complessiva per garantire una normativa più chiara, completa e facilmente interpretabile. Questo aggiornamento ha l’obiettivo di semplificare la lettura delle regole, migliorare la gestione e la tracciabilità del prodotto, e rendere più facile l’applicazione delle norme da parte degli operatori del settore», si legge in una nota del Consorzio.
Tra gli obiettivi quello di valorizzare il toponimo “Modena”, sottolineando la provenienza e la tradizione di un prodotto che affonda le sue radici in questa terra. L’etichettatura rivisitata ha l’obiettivo di tutelare «i consumatori contro l’uso di espressioni ambigue che rischiano di minare la garanzia di trasparenza».
Fonte: Il Sole 24 Ore