Acido ialuronico, 90 anni di innovazione tra medicina estetica e skincare
L’acido ialuronico, la molecola simbolo di bellezza e ringiovanimento, celebra 90 anni dalla sua scoperta, confermandosi un pilastro della medicina estetica e dell’innovazione cosmetica. Isolato per la prima volta nel 1934 da due ricercatori della Columbia University, oggi è il protagonista indiscusso del 95% dei trattamenti filler in Europa, apprezzato per sicurezza, versatilità e risultati naturali. Negli ultimi 25 anni, l’acido ialuronico è stato il fulcro di oltre 1.500 pubblicazioni scientifiche, segno del suo impatto nella medicina estetica. Dal 2010 a oggi il mercato europeo dei filler ha registrato una crescita del 60%, passando da 2,6 milioni di trattamenti annuali a 5,5 milioni. I trattamenti più richiesti riguardano: le labbra, l’area perioculare, il ripristino dei voluti e la skin quality. L’introduzione dei filler dinamici, dieci anni fa, ha rappresentato una svolta epocale, la formulazione preserva l’espressività del volto e assicura risultati personalizzati e naturali. Questa innovazione risponde alle esigenze di tutte le generazioni: dal concetto di “Pre-Juvenation” per Millennial e Gen-Z, fino al “well-ageing” per i pazienti senior. Durante un recente panel organizzato da Teoxane, azienda leader nel settore dei filler a base di acido ialuronico, gli esperti hanno affrontato il tema a 360 gradi, sfatando alcuni miti in merito alla molecola.
Sfatare i falsi miti
Sono ancora tante le credenze sbagliate in merito all’acido ialuronico. «La cosiddetta “pillow face” , cioè il viso gonfio e poco naturale, è spesso il risultato di un uso non corretto del prodotto. La stratificazione e l’uso inappropriato dei filler da parte dei medici, invece di ringiovanire, può sfociare in volti appesantiti, gonfi e dall’aspetto innaturale », spiega Silvia Caboni, medico estetico e immunologa. «Un altro falso mito è quello che i filler a base di acido ialuronico possono migrare dalla sede in cui sono stati iniettati, succede solamente c’è stato un utilizzo improprio o in quantità eccessiva. Un vantaggio dell’acido ialuronico è proprio la reversibilità: in caso di risultati insoddisfacenti è possibile rimediare rapidamente grazie alla ialuronidasi, un enzima che degrada l’acido ialuronico, che viene utilizzata per sciogliere i filler in caso di risultati insoddisfacenti o di effetti indesiderati».
Una bellezza senza tempo
La ricerca continua ha permesso di adattare l’acido ialuronico alle esigenze di ogni generazione. «I giovani iniziano presto a prendersi cura della pelle, con trattamenti di prevenzione e mantenimento della skin quality, per questo si parla del concetto di Pre-Juvenation. – continua Caboni -. Per i senior, invece, l’obiettivo è recuperare i volumi persi e migliorare la qualità della pelle, favorendo un approccio al “well-ageing” che valorizza l’identità personale. Quale futuro per l’acido ialuronico? «I filler dinamici di ultima generazione rappresentano la nuova frontiera dell’estetica personalizzata», spiga Luana Consolini, Clinical manager di Teoxane Italia. «L’acido ialuronico si adatta ai movimenti del viso, garantendo naturalezza anche nelle zone più mobili, come labbra e zigomi. Oggi, la ricerca ha permesso di avere a disposizione una gamma di prodotti per ogni tipo di correzione e area del viso. Ma l’acido ialuronico è anche protagonista di molti prodotti per la skincare, fondamentali sia per il recupero della pelle dopo i trattamenti, sia per assicurare la massima idratazione, indispensabile per la salute della pelle perché aiuta a mantenere l’elasticità, la morbidezza e la barriera cutanea sana».
L’acido ialuaronico nella skincare
L’idratazione è importante per la veicolazione delle sostanze cosmetiche a livello del derma. Il supporto all’elasticità cutanea viene determinata dall’acqua presente negli spazi interstiziali. «L’acido ialuronico è una molecola naturalmente presente nel corpo, appartenente alla famiglia dei glicosaminoglicani, ha una straordinaria capacità di trattenere acqua, contribuendo a mantenere la pelle idratata e tonica», spiega Giancarlo Rossello, naturopata e beauty expert a Savona. «Leggendo la formula Inci lo troveremo come Hyaluronic Acid oppure Sodium Hyaluronate, ma non sarà possibile capire né la concentrazione né tantomeno il peso molecolare. Il peso molecolare è stata la vera svolta che ha permesso alla molecola di diventare la star delle sostanze funzionali. Quello ad alto peso molecolare “1,5 milioni di Dalton” agisce in superficie garantendo una efficace idratazione e ha un’azione filmogena legandosi allo strato corneo con effetto tensore e protettivo. L’acido ialuronico a basso peso molecolare, sotto i “9000 Dalton”, penetra in profondità negli strati cutanei, migliorando la compattezza e l’elasticità cutanea, contribuendo a ridurre visibilmente la profondità delle rughe. Quali sostanze abbinare all’acido ialuronico? Per ottenere un effetto antiaging lo si può abbinare ai peptidi ad azione liftante come l’argirelina, per un effetto illuminante alla Vitamina C e per un effetto antiossidante allo zafferano, coenzima Q10, glutatione e resveratrolo».
Fonte: Il Sole 24 Ore