Acque arricchite, non solo una moda:crescono investimenti e consumi
L’Italia non è storicamente un Paese facile per i soft drink: il settore è maturo, il mercato esce da un decennio non brillante e i consumi restano bassi (50 litri annui pro capite, circa metà della media europea). Sulle bibite analcoliche “pesa” il ruolo importante delle acque minerali, di cui siamo tra i principali bevitori mondiali (200 litri annui pro capite). Le minerali sono ampiamente presenti nelle case italiane (le consuma il 90% della popolazione) e le quantità acquistate in Gdo continuano a crescere (+4,7% nei primi cinque mesi del 2022, fonte Mineral Water Monitor Nomisma).
Di recente, poi, la competizione tra soft drink e minerali è aumentata, perché alcuni dei maggiori imbottigliatori hanno lanciato le acque arricchite con estratti di frutta o erbe, vitamine, minerali o altre sostanze (come l’acido ialuronico). Prodotti innovativi, che “cambiano” i connotati delle minerali e vanno a insidiare le bibite sul loro usuale terreno di consumo. Levissima, Vitasnella&Ferrarelle, Sant’Anna e San Benedetto hanno deciso di scommettere su questi prodotti, che finora sono stati acquistati da quattro italiani su 100 (fonte Nomisma). Ma il calo dei prezzi medi registrato quest’anno (-5,2% a giugno 2022 rispetto allo stesso mese del 2021, fonte NielsenIQ), in controtendenza rispetto al beverage in generale, è già un indice di come questo mercato si stia ampliando e “democratizzando”, scendendo a 1,85 euro al litro di prezzo medio.
Quello delle acque arricchite resta ancora un segmento piccolo (meno dell’1% delle vendite di minerali) ma è molto dinamico: nel 2021 ha toccato i 64 milioni di euro di vendite in Gdo (+30% rispetto al 2020) e nei primi cinque mesi del 2022 ha incassato 5,2 milioni di euro, ossia il 21% in più rispetto al 2021 (fonte Nomisma). Ma se guardiamo ai volumi, quest’anno siamo al 35% in più (fonte NielsenIQ).
«Nel mondo del near water noi cresciamo tre volte più veloci del mercato», commenta Vincenzo Tundo, direttore commerciale e marketing Gruppo Acqua Minerale San Benedetto, per cui le bevande valgono ormai il 75% del business ( 761 milioni di euro il consolidato 2021) . «Le acque funzionali piacciono perché soddisfano il bisogno di prendersi cura di sé e del proprio benessere – continua Tundo – e la nostra spinta su specifiche promesse funzionali (ad esempio grazie alla presenza di acido ialuronico) ci permette di segmentare in modo efficace il target andando a colpire profili di consumatori molto diversi». L’obiettivo è quello di ampliare il parco degli acquirenti della categoria (al momento composto principalmente da donne, over 40 e con capacità di spesa medio-alta) conquistando quel 13% di italiani che si dice interessato a questi prodotti ma che non li ha ancora provati.
Fonte: Il Sole 24 Ore