Acque e pesticidi, tecnologia in aiuto per rilevare le sostanze inquinanti
Monitorare le acque è un aspetto prioritario e la tecnologia può essere d’aiuto rilevare sostanze inquinanti. Nell’ultimo rapporto nazionale “Pesticidi nelle acque”, realizzato da Ispra, i dati per l’Italia sono piuttosto allarmanti. Sono stati fatti 16.962 prelievi in 4.775 diversi punti: nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei luoghi ispezionati, in quelle sotterranee la percentuale scende ma è comunque alta, il 32,2%. Inoltre sono 299 le sostanze inquinanti rilevate su 426 sottoposte a indagine. Tra le sostanze tracciate ci sono gli erbicidi glifosate e il suo metabolita Ampa, il metolaclor e i fungicidi dimetomorf e azossistrobina.
Pesticidi e ambiente
Emanuela Pace, referente Ispra in materia di pesticidi, ha spiegato che «essendo concepiti per combattere organismi ritenuti dannosi, i pesticidi possono comportare effetti negativi per tutte le forme di vita. Una volta immessi nell’ambiente, in funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, i pesticidi possono migrare nel suolo, nell’acqua e in aria, contribuendo all’inquinamento ambientale e mettendo a rischio gli ecosistemi e la biodiversità. Inoltre, la presenza di residui di pesticidi nei prodotti agricoli, ma anche nei prodotti derivati dagli animali da allevamento e nell’acqua potabile, può rappresentare un rischio per la salute dell’uomo».
In Italia, è stato spiegato sempre da Pace, «si usano circa 114.000 tonnellate l’anno di pesticidi, che rappresentano circa 400 sostanze diverse. Uno dei problemi derivanti dall’utilizzo dei pesticidi è il loro ritrovamento nelle acque superficiali e sotterranee».
La tecnologia in aiuto
Ecco allora la necessità di un monitoraggio sempre più approfondito delle acque. Come? Attraverso i robot appunto. Il più piccolo robot autonomo mai costruito, in grado di muoversi in modo indipendente, sarà utilizzato per accertare la presenza di metalli pesanti nell’acqua destinata alle attività agricole e potrà, in generale, ridurre l’impatto ambientale proprio dell’agricoltura.
L’invenzione è dell’azienda romana The Circle, che sta sviluppando il primo millirobot nuotatore: «Il robot si chiama Somiro e funziona in modo semplice – spiega Thomas Marino, co-founder di The Circle -. È alimentato da celle minuscole: riesce a monitorare le acque con un basso consumo di energia. In pratica il robot “nuota”, verificando la qualità dell’acqua: raccoglie dati, accerta la presenza di metalli pesanti ed è in grado di mappare le aree».
Fonte: Il Sole 24 Ore