Adattare l’IA ai diversi settori economici per utilizzarne pienamente le potenzialità è la vera sfida
Secondo Maria Rosaria Campitiello “Internet ha un po’ sdoganato il rapporto medico paziente. Il Ministero della Salute e il Ministro Schillaci stanno cercando di trasformare il modello di sanità pubblica da standardizzato in personalizzato e quindi noi professionisti dell’ambito sanitario dovremmo utilizzare in modo adeguato l’IA. L’Ia potrebbe, per esempio, predire la diffusione di eventuali pandemie. La sorveglianza sanitaria è basata proprio sull’IA e la nuova piattaforma, chiamata REspivirnet e istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità, in maniera tecnologica percepisce la diffusione dei virus influenzali e parainfluenzali. Se l’avessimo avuta prima della pandemia sarebbe stata molto utile per limitarne l’impatto. L’intuito clinico del medico non è una qualità che l’IA possiede. La grande forza dell’IA è, infatti, l’analisi e la gestione dei big data. Se parte il fascicolo sanitario noi tutti saremo molto avvantaggiati anche grazie all’utilizzo dell’IA. Bisogna fare attenzione all’aspetto etico perché deve esserci perfetta consapevolezza del ruolo del medico e delle sue potenzialità che deve sovrintendere all’utilizzo degli strumenti tecnologici. Sorveglianza, analisi dei dati, interconnessione sono aspetti nei quali l’IA può essere molto utile ma sotto la guida della meravigliosa capacità del cervello umano che resta in sempre governate dalla capacità del cervello umano che deve saper utilizzare gli strumenti che ha a disposizione.
Nel primo panel dedicato al tema “Intelligenza Artificiale al servizio dell’uomo”, Padre Paolo Benanti, Presidente del Comitato per l’Intelligenza Artificiale presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha affermato che: “Abbiamo bisogno di spazi nei quali diverse competenze, diversi attori e diverse prospettive si confrontino per fare emergere una visione quanto più possibile condivisa. Grazie a questo processo c’è distanza tra innovazione e sviluppo. L’innovazione è qualcosa di tecnico ma è profondamente ambigua. La bomba atomica, ad esempio, era profondamente innovativa ma i suoi effetti li conosciamo. Lo sviluppo invece ha bisogno di alcune caratteristiche, ad esempio l’innovazione diventa sviluppo se prende in considerazione le generazioni o se prende in considerazione le peculiarità del territorio o le differenze. Il dibattito tra innovazione e sviluppo in relazione all’IA è la parte da costruire ed è un percorso molto importante in questo momento”
Il tema “Abilitare la fiducia dell’IA: il ruolo della regolamentazione e della validazione” è stato discusso da Andrea Billet, Ammiraglio e Capo del Servizio Certificazione e Vigilanza dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, e Fulvio Giorgi, Amministratore Delegato di IMQ S.p.A.
Luigi Capello, Amministratore Delegato di Zest, ha approfondito la necessità di investimenti mirati per accelerare lo sviluppo digitale del Paese, mentre al panel “IA, formazione e internazionalizzazione: approccio interdisciplinare per formare l’Italia di domani”, hanno partecipato Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tiziana Catarci, Presidente di SIpEIA, Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale, già Direttrice Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti (DIAG), Università La Sapienza Roma, e Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE.
Un focus su robotica e macchine intelligenti è stato condotto da Arash Ajoudani, Responsabile dell’Unità di Ricerca “Human-Robot Interfaces and Interaction” presso l’Istituto Italiano di Tecnologia mentre Francesco Sciaudone, Managing Partner di Grimaldi Alliance, ha parlato degli obblighi per le aziende nell’adottare soluzioni basate sull’IA.
Fonte: Il Sole 24 Ore