Addio a Gianni Vattimo, il filosofo teorico del “pensiero debole”
E’ morto Gianni Vattimo. Il filosofo aveva 87 anni ed era ricoverato all’ospedale di Rivoli (Torino) in gravi condizioni. A dare la notizia è stato in un post su Facebook Simone Caminada, 38 anni, assistente e compagno per 14 anni del filosofo. Vattimo è stato parlamentare europeo ma soprattutto tra i più noti filosofi italiani e tra i massimi esponenti della filosofia ermeneutica a livello mondiale, tradotto in varie lingue, studioso del pensiero di Martin Heidegger. Gianni Vattimo ha teorizzato l’abbandono delle pretese di fondazione della metafisica e la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica, diventando così il maestro del “pensiero debole” a livello internazionale.
Biografia in pillole
Nato a Torino il 4 gennaio 1936, è stato allievo di Luigi Pareyson, assieme a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, laureandosi in filosofia nel 1959 all’Università di Torino. Oltre alla giovanile militanza nell’Azione Cattolica, Vattimo fu con Eco anche tra i pionieri della televisione italiana: nel 1954 insieme parteciparono e vinsero un concorso in Rai per l’assunzione di nuovi funzionari; abbandonarono entrambi la tv pubblica alla fine degli anni Cinquanta. Vattimo si è poi specializzato all’Università di Heidelberg con Hans Georg Gadamer e Karl Löwith. Nel 1964 divenne docente all’Università di Torino, prima come professore di estetica, poi (dal 1982) come professore di filosofia teoretica. Studioso della filosofia ermeneutica contemporanea, ne ha indagato i presupposti storici e sviluppato le implicazioni teoretiche, dedicando le proprie ricerche a Friedrich Schleiermacher, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger e allo stesso Gadamer, del quale ha curato l’edizione italiana del capolavoro “Verità e metodo” (1972). Vattimo ha insegnato come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per i quotidiani “La Stampa” e “La Repubblica” e per il settimanale “L’Espresso”.
L’impegno politico
Il filosofo torinese è stato non solo un pensatore speculativo ma anche un intellettuale militante di spicco della sinistra, dichiaratamente omosessuale e al tempo stesso rivendicando la sua fede cattolica, svolgendo attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di Sinistra (dal 1999 al 2004), per i quali è stato parlamentare europeo, e infine nel Partito dei Comunisti Italiani. Dal 2009 al 2015 è stato parlamentare europeo dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
I libri
Tra i suoi numerosi libri figurano: “Essere, storia e linguaggio in Heidegger” (Edizioni di Filosofia, 1963); “Poesia e ontologia” (Mursia, 1967); “Schleiermacher filosofo dell’interpretazione” (Mursia, 1968); “Il soggetto e la maschera. Nietzsche e il problema della liberazione” (Bompiani, 1974); “Le avventure della differenza. Che cosa significa pensare dopo Nietzsche e Heidegger” (Garzanti, 1980); “Al di là del soggetto” (Feltrinelli, 1981); “Il pensiero debole (raccolta di saggi curata in collaborazione con Pier Aldo Rovatti, Feltrinelli, 1983); ”La fine della modernità. Nichilismo ed ermeneutica nella cultura post-moderna” (1989); “Etica dell’interpretazione” (Rosenberg & Sellier, 1989); “Oltre l’interpretazione” (Laterza, 1994); “Credere di credere” (Garzanti, 1996); “Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000” (Garzanti, 2001); “Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento” (Bruno Mondadori, 2002); “Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, 2002); “Della realtà” (Garzanti, 2012). Di recente sono apparsi i volumi “Essere e dintorni” (La Nave di Teseo, 2018) e “Scritti filosofici e politici” (La Nave di Teseo, 2021).
Fonte: Il Sole 24 Ore