Addio a Ratan Tata, gigante sobrio e visionario dell’industria indiana

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Ratan Tata, l’uomo che con una serie di clamorose acquisizioni ha imposto sulla scena globale una conglomerata indiana molto vasta, un po’ polverosa e storicamente votata al basso profilo, è morto. Lo ha comunicato nella notte indiana a cavallo tra mercoledì e giovedì il Gruppo Tata. Aveva 86 anni.

Tata, che ha guidato la conglomerata di Mumbai per più di 20 anni come presidente, era in terapia intensiva in un ospedale della capitale finanziaria, dove era stato ammesso pochi giorni fa ufficialmente per una serie di test.

Quella di Tata è stata senza dubbio la figura maggiormente simbolica dell’ascesa economica indiana. Anche per ragioni puramente anagrafiche. La sua salita al vertice del gruppo risale infatti al 1991, l’anno in cui New Delhi, nel mezzo di una devastante crisi della bilancia dei pagamenti, iniziò il processo di smantellamento dell’economia socialisteggiante voluta dal padre della patria Jawaharlal nehru, per intraprendere il sentiero del capitalismo.

Tata è stato interprete di questa ondata di cambiamento anche all’interno della conglomerata di Mumbai. Uno dei suoi primi passi fu cercare di limitare il potere di alcuni capi delle aziende del gruppo, imponendo l’età pensionabile, promuovendo persone più giovani in posizioni di vertice e rafforzando il controllo sulle società.

Fonte: Il Sole 24 Ore