Addio a Walter Mastrobernardino, alfiere dei vini campani

Addio a Walter Mastrobernardino, alfiere dei vini campani

E’ morto all’età di 92 anni Walter Mastroberardino, figura storica del vino campano, determinante nel far conoscere in tutto il mondo prodotti come l’Aglianico, il Fiano e il Greco.

Nato a Montefusco, in provincia di Avellino, ultimo di tre fratelli, fin da subito ha portato avanti l’azienda di famiglia, giunta oggi alla decima generazione. Nel periodo di ricostruzione post-bellica la famiglia Mastrobernardino fu tra i protagonisti della rinascita del vino irpino, contribuendo a far riscoprire e valorizzare le storiche varietà autoctone della Campania. Fu tra i primi a comprendere la grande potenzialità commerciale di questi vini e a promuoverli prima in tutta Italia, e poi anche sulle piazze internazionali.

Negli anni Settanta, con i suoi fratelli, decise di investire nel potenziamento delle vigne, mentre negli anni Novanta scelse di intraprende una nuova avventura imprenditoriale insieme ai figli e alla moglie Dora Di Paolo: nacque così la cantina Terredora Di Paolo, che oggi dispone di 180 ettari ed è presente con i suoi vini in oltre trenta Paesi.

«Siamo addolorati per la scomparsa di Walter Mastroberardino, uno dei protagonisti, a partire dall’inizio degli anni ’90, della rinascita e del rilancio del vino irpino e campano», ha scritto sui social il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. «Insieme ai fratelli Angelo e Antonio – ha proseguito il presidente della Regione – ha sempre lavorato con grande dedizione ed impegno per il territorio. La sua scomparsa rappresenta una grande perdita per tutta la nostra regione».

«Chi lo ha conosciuto ragazzino – si legge in una nota della cantina Terredora – lo ricordava spesso sui camion di famiglia assieme agli autisti, impegnato nelle consegne delle casse di vino, con i libri di scuola appresso, perché non bisognava rimanere indietro con gli studi. Con i suoi due fratelli, Angelo e Antonio, ha realizzato il miracolo della rinascita del vino irpino e campano, grazie ad una intelligente valorizzazione dei suoi storici vitigni autoctoni».

Fonte: Il Sole 24 Ore