Addio Salone di Ginevra 2025, una morte annunciata
Addio definitivo al Salone di Ginevra 2025 e a possibili future edizioni. L’annuncio arriva direttamente dagli organizzatori del Gims (Geneva International Motor Show) dopo gli scarsi risultati ottenuti quest’anno ma soprattutto per lo scarso interesse dimostrato dai costruttori per l’edizione 2025. Come dichiarato nella nota ufficiale, La Fondazione Comité permanent du Salon international de l’automobile ha deciso di non organizzare la prossima edizione del Salone di Ginevra, a causa delle prospettive incerte. Il Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra in Qatar è confermato, invece, per novembre 2025.
La colpa? Dei costruttori e della concorrenza
La causa della cancellazione definitiva del Salone dell’auto di Ginevra? Secondo gli organizzatori sono diverse le cause che hanno portato all’addio a manifestazione. “Questa decisione estremamente deplorevole non deve sminuire gli sforzi e la determinazione con cui abbiamo cercato di riconquistare il nostro successo. Va però detto che il disinteresse mostrato dai produttori al Salone di Ginevra in un contesto industriale difficile, la concorrenza dei saloni di Parigi e Monaco favoriti dall’industria nazionale, nonché il livello di investimenti necessari per mantenere tale salone, dare il colpo finale per una futura edizione”, ha dichiarato Alexandre de Senarclens, Presidente della Fondazione Comité permanent du Salon international de l’automobile.
Lo sbaglio nel 2020
Nonostante le affermazioni dell’organizzazione, la fine del Salone di Ginevra è iniziata in maniera profonda nel 2020 con la discutibile gestione della cancellazione a causa del covid. Come scrivemmo all’epoca, nonostante tutti gli indicatori evidenziassero il rapido peggioramento della situazione sanitaria, l’organizzazione non cancellò autonomamente la manifestazione ma aspettò il divieto imposto dal Consiglio federale di Berna che vietata tutti i principali eventi pubblici con oltre un migliaio di partecipanti. Il risultato? Investimenti milionari sfumati a causa degli stand già pronti in fiera (l’annuncio arrivò a meno di 3 giorni dall’inaugurazione) e nessun rimborso (se non parziale) ai costruttori perché fu una cancellazione per “cause di forza maggiore”. Se a tutto questo si aggiungono gli elevati costi fissi di Ginevra prima della pandemia, partendo dallo spazio espositivo, e la crisi europea delle manifestazioni fieristiche, la morte del Salone di Ginevra non sorprende.
Fonte: Il Sole 24 Ore