Agcom, per gli influencer in arrivo il registro e paletti sui «filtri»
Un registro ufficiale, aggiornato semestralmente. Gli influencer registrati dovranno inserire nei loro profili diciture come “in elenco Agcom”. Oltre a questo, per chi usa filtri scatterà l’obbligo di segnalare il fatto che i contenuti siano modificati, negli hashtag o attraverso diciture come contenuto modificato, foto modificata, video modificato, foto filtrata, video filtrato, filtri.
A quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, si tratta di due delle novità contenute nel Codice di condotta degli influencer che oggi approderà sul tavolo del Consiglio Agcom. I commissari saranno chiamati a valutare l’ok a una bozza di testo sulla quale, se dovesse scattare il disco verde, partirà poi la consultazione di mercato. L’obiettivo, degli uffici dell’Authority come degli operatori che hanno partecipato alla stesura (frutto di un tavolo di lavoro durato nove mesi) è di chiudere il cerchio entro aprile, rendendo pienamente operativa quella disciplina regolatoria sugli influencer che ha avuto il suo innesco con la delibera 7/24/CONS “Linee-guida volte a garantire il rispetto delle disposizioni del Testo unico da parte degli influencer e istituzione di un apposito Tavolo tecnico”. Era lo scorso 10 gennaio.
Il tavolo di lavoro – con all’interno poco meno di un centinaio di soggetti – il 30 ottobre ha poi concluso il suo operato che ha prodotto questo Codice di condotta da applicare, stando ai parametri utilizzati per identificare gli influencer “rilevanti”, a una platea compresa fra 1.500 e 2.800 di queste “star del web”. Il tutto nell’ottica di ridefinire le regole del gioco per un settore in costante evoluzione, approdato nella sua fase “adulta” testimoniata anche dalla vicenda del “Pandoro gate” che ha messo sotto i riflettori l’influencer per eccellenza Chiara Ferragni. Nonostante il bailamme generato dal caso, gli investimenti pubblicitari in influencer marketing hanno comunque proseguito la crescita in linea con gli anni passati: quest’anno, secondo gli ultimi dati Upa, toccheranno quota 352 milioni di euro, segnando un aumento del +9% sul 2023.
Non si avvertono pertanto scricchiolii evidenti in questo comparto, ma il nuovo Codice di condotta finisce, come detto, per completare l’azione di una Agcom che, con le sue linee guida di gennaio, ha nei fatti fissato paletti partendo dalla considerazione dei creator digitali più seguiti alla stregua di fornitori di servizi media audiovisivi. Sono soggetti che creano, producono e diffondono al pubblico contenuti audiovisivi tramite piattaforme per la condivisione di video e social media? E allora devono esercitare responsabilità editoriale e attenersi a quegli obblighi (evidentemente non tutti, ma in parte) cui sono assoggettate le emittenti Tv. E attenzione perché le multe possono arrivare fino a 600mila euro. A ogni modo non si tratta solo di regole punitive: a quanto risulta al Sole 24 Ore il Codice prevederebbe infatti anche iniziative di sensibilizzazione rivolte sia agli influencer sia agli utenti, con campagne informative ad hoc.
Fonte: Il Sole 24 Ore