Ai musei civici del Comune di Milano, la battaglia per il contratto Federculture nell’appalto

Ai musei civici del Comune di Milano, la battaglia per il contratto Federculture nell’appalto

Il sindacato di base, Usb, ha indetto un nuovo sciopero dei lavoratori di Società Cooperativa Culture che opera in raggruppamento temporaneo di impresa con Dussmann per il servizio integrativo di custodia delle sedi museali. Si tratta di circa 180 persone, inquadrate con diverse tipologie contrattuali (a tempo determinato, indeterminato, a chiamata), ma tutte con il contratto collettivo nazionale Multiservizi. Usb chiede che venga applicato il Contratto di Federculture perché risponde in maniera più adeguata alla tipologia di lavoro svolta e offre migliori condizioni economiche e tutele normative.

La protesta

«La protesta va avanti da qualche mese, dopo che lo scorso giugno è iniziata la fornitura dei servizi», spiega il dirigente del Comune di Milano, Fabrizio Chirico che sottolinea la duplice volontà dell’ente di agire nell’interesse dei lavoratori e nel rispetto della normativa. Partendo da quest’ultima questione, «quando lo scorso anno, in settembre, è stato indetto il bando per i servizi di custodia delle sedi museali come amministrazione comunale abbiamo scelto di dare il massimo punteggio alle aziende che avrebbero applicato il contratto Federculture. Ma nessuna ha fatto questa scelta e il vecchio codice degli appalti non consentiva di imporre un contratto alle imprese vincitrici del bando. Abbiamo cercato di agire nell’interesse dei lavoratori, tant’è che dal momento che abbiamo ritenuto che il contratto dei Servizi fiduciari non rispondesse alla tipologia di lavoro richiesto abbiamo eslcuso le prime tre società del bando e abbiamo scelto la quarta che applica appunto il contratto Multiservizi che ha un livello di retribuzione superiore e prevede un inquadramento che risponde alle caratteristiche del lavoro svolto».

Il ricorso al Tar

Su questo c’è stato anche un ricorso al Tar in cui il giudice si è pronunciato a favore della scelta di Comune di Milano. «L’ideale – continua Chirico – sarebbe l’applicazione del contratto Federculture, cosa su cui ci siamo impegnati, ponendo a base della gara di appalto il costo di quel contratto, sacrificando così anche il servizio in termini di ore. Nessuna delle società però ha fatto questa scelta. Oggi c’è una riflessione in corso e un dialogo molto aperto con i sindacati confederali nell’ambito dell’osservatorio sui contratti pubblici. Stiamo per esempio ragionando su altri appalti in scadenza, minori, come quello delle biglietterie, su cui stiamo ragionando rispetto alla richiesta del contratto Federculture». Per quello che riguarda l’appalto di custodia delle sedi museali, ha una durata triennale e arriverà a scadenza a giugno del 2026. Intanto il canale di dialogo con i sindacati confederali è aperto, mentre Usb chiede di poter sedere al tavolo negoziale.

La posizione di Usb

Entrando nel merito delle rivendicazioni del sindacato di base, il Comune di Milano chiede, nel capitolato d’appalto, «un servizio qualificato di accoglienza con conoscenza delle lingue straniere come requisito minimo», mentre il secondo livello operaio del contratto Multiservizi riguarda un «lavoro di mera e passiva sorveglianza». Una situazione che il sindacato di base considera «degradazione del lavoro svolto dagli operatori museali». A questo punto l’Usb chiede che il Comune di Milano faccia applicare alle cooperative e aziende in appalto il contratto Federculture, cosa che però non sembra possibile visto che «il bando è stato indetto mentre era in vigore il precedente codice degli appalti che stabilisce il principio che è nella libertà assoluta delle ditta appaltatrice scegliere il contratto, fatta salva la compatibilità con le mansioni che i lavoratori devono svolgere», precisa Chirico. L’Usb però chiede anche che Palazzo Marino apra le porte del tavolo negoziale alla sigla che ha una rappresentanza tra i lavoratori dei musei civici.

Lo spirito del contratto Federculture

Secondo quanto spiegano da Federculture, il contratto siglato dalla federazione, si propone come unico contratto specifico per la gestione di servizi integrati in ambito di beni e attività culturali. Nasce quindi con lo specifico obiettivo, tra gli altri, di stabilire regole appositamente disegnate per le imprese che lavorano con le pubbliche amministrazioni e nel peculiare settore della fruizione e valorizzazione dei beni culturali. È in tale specificità settoriale, nonché nel concetto stesso di “fruizione e valorizzazione” dei beni culturali, che risiede «la maggiore appropriatezza della indicazione del contratto Federculture in sede di affidamento di servizi del genere, rispetto a contratti a carattere generalista». Questo vale anche per tutti i cosiddetti “servizi aggiuntivi” .

Fonte: Il Sole 24 Ore