
Aigab: gli affitti brevi valgono 66 miliardi nel 2024 (10 in più in un anno)
Cresce l’impatto degli affitti brevi sul Pil nazionale: dai 57 miliardi del 2023 ai 66 miliardi del 2024, di cui 13 miliardi derivano da prenotazioni dirette, 52 miliardi dall’indotto e 1 miliardo da ristrutturazioni, arredi e manutenzioni. In Italia si contano circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate, di cui 496mila sono presenti sulle piattaforme online (dati a gennaio 2025) e ne beneficiano direttamente circa 500mila famiglie. Il 96% di queste abitazioni appartiene a singoli proprietari privati; il 25% di questo stock è promosso online tramite gestione professionale di operatori specializzati.
Da dove arrivano gli affitti brevi
A fotografare l’economia che si muove nella “galassia” delle locazioni turistiche o di business di breve durata – in una parola, gli affitti brevi – è stato Marco Celani, presidente di Aigab (l’Assoazione degli operatori e dei gestori dello short rent) e amministratore delegato di Italianway, nel corso della presentazione, oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, della survey “Mappatura, provenienza e redditività del patrimonio immobiliare italiano immesso sul circuito degli Affitti Brevi” nell’ambito dell’edizione 2025 di ReFuture-Forum dell’Economia Immobiliare organizzato da Andrea Napoli, ceo di Locare.
Lo studio – basato sulle elaborazioni del centro studi Aigab – analizza il fenomeno degli affitti brevi in Italia, fornendo dati aggiornati sulla loro incidenza economica a fine 2024 e sul ruolo strategico dei property manager.
In risposta alla narrazione secondo la quale lo stock immobiliare promosso online con finalità di affitti brevi sia la causa principale della difficoltà di reperire una casa da affittare tramite locazione tradizionale, nel corso del suo intervento Marco Celani ha osservato che il 30,4% di tale stock deriva da eredità ricevute, il 28,7% era abitata in precedenza dai legittimi proprietari che hanno optato per un affitto temporaneo, il 26,1% era sfitto da tempo e che solo il 2,2% è stata spostata da un affitto a lungo temine ad uno breve; inoltre, solo il 12,6% è stato acquistato con finalità di investimento.
Il confronto tra città
Sempre secondo l’analisi di Aigab, condotta su tre delle principali città italiane, la percentuale di case destinate agli affitti brevi sarebbe molto inferiore rispetto alla percezione comune: a Milano, 15.586 annunci online, di cui solo 7.522 attivi con continuità, pari allo 0,9%; Roma: 21.942 annunci online, di cui 14.449 stabilmente attivi, pari all’1%, mentre a Firenze, si parla di 9.239 annunci, di cui 6.206 attivi in modo continuativo, pari al 3 per cento.
Fonte: Il Sole 24 Ore