Al Madrid Gallery Weekend contemporaneo per tutti i gusti e le tasche

Al Madrid Gallery Weekend contemporaneo per tutti i gusti e le tasche

Ben 56 gallerie d’arte basate a Madrid hanno partecipato nel lungo weekend fra 14 e 17 settembre alla manifestazione Apertura, che ha trasformato diversi quartieri della capitale spagnola in una sorta di ‘fiera diffusa’ grazie ad orari estesi e vernissage, oltre all’accesso guidato ad alcune istituzioni come il Museo Reina Sofia, fisicamente situato al centro di uno dei distretti più popolari fra le gallerie commerciali.
Le esibizioni aperte nel corso del lungo weekend restano visitabili nelle prossime settimane, garantendo un accesso prolungato al pubblico locale e di turisti dell’arte, guidato da un’apposita App gratuita dotata di geolocalizzazione, che possono quindi godere di una sorte di “museo” senza per questo dover necessariamente avere i mezzi per divenire collezionisti.
La dimensione sociale delle gallerie commerciali è stata giustamente rivendicata da Nerea Fernandez, attuale direttrice dell’associazione delle gallerie d’arte madrilene ‘Arte Madrid’ su cui fonda l’iniziativa.

Il sostegno dei fondi pubblici statali e comunali favorisce una fruizione ampia che esula dal ristretto numero dei collezionisti e riconosce il valore economico delle realtà imprenditoriali dell’arte sul territorio cittadino, nonchè il contributo che esse danno all’attrattiva della città e al dibattito culturale tramite esibizioni aperte tutto l’anno e non solo a febbraio quando si tiene la fiera ARCO.Le gallerie non godono però di particolari regimi fiscali di Iva, che grava al 21% sui prezzi richiesti indicati in seguito, anche se in alcuni casi le gallerie presentano prezzi inclusivi delle tasse. Si tratta come sempre di prezzi richiesti, non necessariamente realizzati all’atto di vendita e, pertanto, indicativi. Il numero elevato di gallerie partecipanti, non dissimile a quello di una fiera di medie dimensioni, non permette alcuna esaustività in un quadro che combina artisti già affermati e, talora, storicizzati con giovani promesse.

L’area Fourquet e il Reina Sofia

Una delle due aree principali di concentrazione di gallerie è quella vicino al Museo Reina Sofia, che combina la propria collezione di arte del ‘900 con esibizioni temporanee del Dopoguerra e contemporanee. Non è un caso che la decana delle galleriste, Helga De Alvear, abbia sede qui in uno spazio convertito che promuove anche il lontano Museo omonimo con sede a Caceres, frutto dello spirito da collezionista di questa storica figura a cui si deve anche la fondazione della Fiera ARCO. Non sorprende, quindi, che la galleria ospiti l’ottuagenario tedesco Jurgen Klauke, con una serie di opere di disegno e fotografia della figura umana destinate a porne in discussione la sessualità e il genere, secondo un trend piuttosto popolare fra le gallerie e i curatori attuali. Le foto in edizione di tre sono proposte a 35mila € per il formato grande, mentre i disegni della serie ‘Kreuz&Queer’ in bianco e nero di dimensione più contenuta risultano ben più accessibili a 4.500 €.
Fra le numerose gallerie guidate da donne, spicca la Galeria Marta Cervera che grazie alle sue radicate connessioni d’Oltreoceano propone un artista non più in vita: l’americano Bob Smith nato nel 1944 e vittima dell’Aids nel 1990. La mostra si focalizza sui lavori da lui eseguiti negli anni ‘70 in Spagna a Madrid, con una prevalenza di delicati lavori su carta e collage prezzati fra i 10 e 12mila $, mentre le tele si attestano attorno a 27mila $. Sempre in ambito di gallerie al femminile e artisti già affermati, Maisterravalbuena propone le opere della 67enne svizzero-tedesca Silvia Bachli, una ventina di guache su carta di dimensioni molto variabili, frutto di diversi anni e legate ad una visione poetica basata sul colore, alla maniera di alcuni grandi artisti che l’hanno preceduta come Mark Rothko o Brice Marden. La forbice di prezzo varia largamente da mille euro per un piccolo disegno a matita fino a 44mila € per le opere di maggior dimensione.

Colore e disegno nella tradizione modernista sono di casa da 1MM (1 Mira Madrid) che propone delle elaborate composizioni di grande impatto visivo della spagnola Inmaculada Salinas (nata nel 1967), che attualizza l’arte di Josef Albers e dei coniugi Delanoy con recenti (2022) composizioni di tavole di disegno multiple denominate ‘Diana’ ovvero bersagli, proposti a prezzi fra 12 e 35mila €, in linea con il certosino lavoro di realizzazione indicato in ‘giornate’ come si era soliti fare nella tradizione dell’affresco, e con la dimensione che richiede grandi pareti per accomodare le opere.
Gesso e pigmenti sono alla base delle opere figurative solitamente di grande misura dello spagnolo Vicente Blanco (classe 1974), esposto alla Galeria Silvestre con prezzi fra 3.000 e 10.500 € per un tipo di pittura che sembra aver il favore delle mode attuali. Recupera, invece, la tradizione dell’Arte Povera la 42enne spagnola Belen Rodriguez in mostra alla Galeria Juan Silio, con una serie di opere sulla relazione con la natura, materiali come legno, pigmenti naturali, piume, rami della foresta, legate ad un desiderio di recupero delle radici e della serenità della vita semplice, suggerita anche dai colori della terra e dalla leggerezza di piume e foglie. Le opere di maggior dimensione ed impatto, fra cui installazioni che fondono natura ed intervento artistico, rami e tessuti pigmentati, sono proposte a 8-13mila €, quelle di media dimensione a 3.500 €, ma si può possedere una sua opera a partire da solo 500 € per una piuma destinata a popolare una più o meno anonima parete, cambiandone la prospettiva.

All’opposto di questo approccio si colloca, invece, la chiassosa e caotica installazione di Pere Llobera che occupa tutta la galleria F2 con opere ed oggetti ‘pop’ alla ricerca del ‘Meccanismo dell’umorismo’, comprendente lavori su tela prezzati a 18mila € per i più grandi. Sempre in ambito di pittura acida ed installazioni, troviamo le opere presentate da The Ryder, galleria nata a Londra nel 2015 e ora con sede nella ex-scuderia di un cortile madrileno; si tratta della serie di lavori ispirati al cavallo di Santiago proposti da Ivana De Vivanco, 34enne di origine cilena e peruviana basta a Berlino, che fonde la pittura latino-americana naif dai colori acidi (prezzi 2.500-22.000 €) con video-installazioni (8mila €), tutte aventi per soggetto un antropomorfo cavallo in situazioni di sessualità surreale.

Fonte: Il Sole 24 Ore