Alitalia-Ita, dopo l’accordo con l’Europa lo scoglio dei sindacati
Per i confederali «il piano è inaccettabile»
«In attesa di conoscere precisamente il piano concordato e discuterlo, siamo nettamente contrari sia all’impostazione della trattativa che non ha visto fino ad oggi il coinvolgimento del sindacato, sia sotto l’aspetto del piano industriale». È la prima reazione dei confederali, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, in una nota congiunta con Ugl. «Si prefigurerebbe il cosiddetto spezzatino aziendale con nessuna certezza per le attività a terra di handling e di manutenzioni che rimarranno in Ita. La nuova compagnia partirebbe con una miniflotta con solamente 52 aerei senza prospettive di sviluppo sul lungo raggio. È inaccettabile che su 10.500 lavoratori vengano assunti solamente 2750-2950 il primo anno. Anche il brand messo a bando di gara prefigurerebbe evidenti danni commerciali. Sostanzialmente è un piano debole anche in prospettiva ricavi fino al 2025. Sono errori gravissimi che rendono inaccettabile questa impostazione ma soprattutto rendono la nuova compagnia di bandiera un progetto molto debole».
Piloti e assistenti di volo esprimo soddisfazione
Più mite la posizione dei naviganti, piloti e assistenti di volo federati nella Fnta, con le sigle Anpac, Anpav, Anp e Assovolo. Fnta ha espresso «soddisfazione per l’approvazione da parte del cda di Ita delle nuove linee guida di piano secondo quanto concordato tra governo e Ue. Le scelte del cda (…) sono coerenti con la necessità di assicurare pragmaticamente la partenza operativa di Ita nei tempi minimi previsti dalla normativa e tracciano un chiaro percorso di sviluppo e consolidamento industrialmente credibile e concreto. La Fnta ritiene che, per rendere operativo il ramo ‘aviation’ composto essenzialmente da piloti ed assistenti di volo, vada avviato in tempi brevissimi un confronto costruttivo con le sigle rappresentative del personale navigante per la definizione del nuovo contratto collettivo di lavoro e per la disamina e la definizione di tutti gli strumenti utili a massimizzare le assunzioni».
La nota di Cub e Usb
«Ita è nata: un investimento pubblico che produce migliaia di licenziamenti e tagli inaccettabili: dai dati forniti dalla stessa Ita nel suo comunicato stampa, la nuova compagnia nasce solo con una parte del ramo aviation, societarizzerà l’handling, esternalizzerà le manutenzioni e dimezzerà la flotta rispetto all’attuale, perdendo il 57% degli slot di Fiumicino e il 15% degli slot di Linate. Inoltre, sarà costretta a ricomprare il proprio logo e a dare l’addio al proprio prezioso programma loyalty». Questa è la reazione dei sindacati Cub e Usb. La loro reazione è la più dura. Preannunciano per martedì 20 luglio alle 10 un’assemblea e un presidio a piazza San Silvestro, a Roma. «Purtroppo, tutto quanto secondo le previsioni: un piano industriale inaccettabile per un progetto fallimentare e sbagliato fin dal suo avvio, frutto di una sostanziale resa in sede europea e della incapacità della politica italiana di progettare lo sviluppo industriale adeguato di una vera compagnia di bandiera al servizio delle esigenze del nostro paese».
Giovannini vede rosa
Il ministro Enrico Giovannini, responsabile di Infrastrutture e trasporti con la nuova sigla Mims, è a favore del piano di Ita e dell’accordo trovato con la Ue. «C’è una transizione da gestire anche per alcune persone che potranno trovare lavoro nei servizi a terra, magari sotto una compagnia con un altro nome. Poi c’è il tema degli ammortizzatori sociali: il ministro Orlando sta lavorando da tempo proprio per preparare, in discussione con le parti sociali, delle soluzioni per chi rischierà di non essere subito nella nuova compagnia».
Fonte: Il Sole 24 Ore