Allianz GI: «Per il rally dei listini fondamentale la stagione delle trimestrali»

La stagione degli utili trimestrali che sta per prendere il via in Europa e quelle successive saranno fondamentali per l’andamento e le quotazioni dei mercati azionari». L’importanza dei profitti realizzati dalle quotate nell’orientare le dinamiche degli indici è nota a tutti. Enzo Corsello tiene però a sottolineare come questa volta la solidità dei bilanci societari possa assumere un valore ancora maggiore del solito. Il ragionamento del responsabile per l’Italia delle attività di Allianz Global Investors si basa infatti sul fatto che le performance borsistiche siano la risultante della spinta fornita dagli utili (la componente fondamentale) e dal processo di espansione o compressione dei multipli (le valutazioni del mercato).

«Con un rapporto prezzo utili in linea con la media storica in Europa e molto ben al di sopra negli Stati Uniti è evidente che sotto quest’ultimo aspetto siamo ormai prossimi a fine corsa», spiega Corsello a Il Sole 24 Ore, arrivando così alla conclusione che «se i mercati vogliono continuare a salire, il testimone deve passare dall’espansione dei multipli alla crescita degli utili». Sull’ipotesi l’esperto di mercati resta possibilista, alla luce di un’attenta valutazione dei punti di forza e delle debolezze che emergono negli elementi che concorrono alla formazione dei bilanci delle società europee.

Un limite alla componente dei ricavi rischia per esempio di arrivare paradossalmente dal rientro nei ranghi dell’inflazione: «La capacità di generare fatturato in misura crescente rispetto a dodici mesi fa è diminuita proprio a causa del ridimensionamento in corso dei prezzi di vendita», avverte Corsello, pronto però a mettere in evidenza anche gli aspetti favorevoli che riguardano da una parte la sfera dei costi, dall’altra la struttura della domanda stessa. «I prezzi dell’energia sono adesso molto più contenuti rispetto a quelli del biennio 2022-2023 e questo rappresenta un vento favorevole per un miglioramento dell’efficienza delle imprese europee», osserva ancora, facendo notare al tempo stesso la spinta potenziale che deriva dall’atteggiamento dei consumatori. «Questi – precisa – sono rimasti più guardinghi rispetto a quanto avvenuto negli Stati Uniti nel momento della crisi più acuta e sono quindi propensi a spendere in maggior misura adesso in una fase di leggera ripresa dell’economia e di miglioramento del sentiment».

Detto questo, raggiungere Wall Street e quel +10% di crescita tendenziale degli utili che ci si attende per il secondo trimestre e anche per l’intero anno da parte delle appartenenti all’S&P 500 appare una «missione impossibile» per il Vecchio Continente. «L’azionario europeo è senza dubbio a sconto, che è tuttavia giustificato da un gap tecnologico delle nostre aziende e da un ritardo nel tema dominante dell’intelligenza artificiale che non si chiuderà certo a breve», ammette Corsello, cercando così di andare oltre l’evidente disparità nella composizione degli indici, dominati oltre Atlantico da un pugno di società megacapitalizzate. «Gli Stati Uniti saranno pure una potenza in declino – aggiunge – ma conservano ancora un ampio margine a favore quando si parla di ritorno sul capitale investito, di capacità di innovazione o di incidenza delle spese per ricerca e sviluppo rispetto al fatturato delle società stesse».

L’Europa torna invece ad attirare di nuovo interesse quando si punta l’obiettivo sulle piccole e medie capitalizzazioni, queste sì penalizzate da valutazioni che non riflettono tutto il potenziale che le imprese sono in grado di esprimere. «La loro capacità di innovare è proverbiale e la presenza in molti casi di un livello di debito superiore alla media le rende ancora più attraenti in un contesto in cui ci si attende una riduzione dei tassi di interesse», ricorda Corsello, che per questo motivo definisce le Pmi «una scommessa sulla ripresa dell’Eurozona e su ulteriori mosse espansive delle Banche centrali». La riscossa può dunque iniziare dalle «piccole».

Fonte: Il Sole 24 Ore