Alt al redditometro e balneari, che cosa sta succedendo nella maggioranza?

Il blitz tentato prima delle elezioni europee da Lega e Forza Italia in commissione Bilancio al Senato per salvare i balneari e stoppare il redditometro sembra destinato a fallire. Frenato dai dubbi del Quirinale e dello stesso Governo, a partire dal ministro Raffaele Fitto, che già la scorsa settimana aveva avvertito i senatori leghisti e azzurri dell’inopportunità di inserire norme estranee per materia nel testo del decreto legge Coesione, che riforma, appunto, la gestione dei fondi Ue della coesione e perciò necessità dell’intesa con la Commissione europea.

Freni (Mef) agli azzurri: «Redditometro in un prossimo provvedimento»

Stamattina è cominciato il voto in commissione sugli oltre 700 emendamenti presentati, tra i quali i due “incriminati” che ieri sia Lega sia Forza Italia, in una nuova riunione di maggioranza dopo quella di venerdì scorso, avevano anticipato di non voler ritirare. Ma in apertura di seduta il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha teso la mano agli azzurri: «Le istanze di Fi sono ampiamente condivise e saranno valorizzate dal Governo in un prossimo provvedimento normativo. D’altronde il redditometro è uno strumento non più utilizzato da anni che nessuno ha intenzione di utilizzare. Il viceministro Leo, il ministro Giorgetti e tutta la maggioranza sono al lavoro per rispondere in modo concreto e operativo alle esigenze dei contribuenti con la serietà che sempre ha caratterizzato questo Governo». Parole che potrebbero convincere gli azzurri, capitanati dal presidente al Senato Maurizio Gapsarri, a fare un passo indietro: l’emendamento va verso la trasformazione in un ordine del giorno.

Balneari, braccio di ferro con la Lega

Più complicato da sciogliere il nodo relativo ai balneari. L’emendamento leghista, primo firmatario il capogruppo a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, difende la mappatura delle spiagge libere e di quelle in concessione condotta dal Governo, stabilisce che gli indennizzi ai concessionari uscenti saranno a carico dei concessionari subentranti in caso di gara e prevede il diritto di prelazione, ossia la possibilità, per i titolari di concessione, di manifestare l’interesse a proseguire prima della scadenza. La stessa proposta di modifica è stata presentata dal Carroccio al Dl Agricoltura. Si vedrà a breve se il Governo formulerà l’invito al ritiro.

In arrivo 330 milioni in più per i contratti di sviluppo

Tra i tre emendamenti depositati ieri dai relatori – Elena Murelli (Lega), Dario Damiani (Fi) e Matteo Gelmetti (Fdi) – ce n’è uno che rimpolpa di 330 milioni la dote finanziaria assegnata dalla legge di bilancio per il 2024 ai contratti di sviluppo, i programmi straordinari di investimento siglati dal ministero delle Imprese e del Made in Italy: 80 milioni sono autorizzati per quest’anno, passando così da 190 a 270 milioni), 250 milioni per il 2025 (da 310 a 560 milioni).

Fonte: Il Sole 24 Ore