Alta velocità, dalla linea elettrica ai binari: ecco quali sono i problemi che stanno causando i ritardi

Alta velocità, dalla linea elettrica ai binari: ecco quali sono i problemi che stanno causando i ritardi

Treni ad alta velocità che si bloccano in aperta campagna sotto il sole cocente, con temperatura interna percepita di 50 gradi e passeggeri senza acqua. E poi una scia infinita di guasti di natura elettrica, con le stazioni di Roma Termini (976 treni al giorno) e Milano Centrale (740 treni al giorno) vicine al collasso. Il 2024 è stato un periodo nero per le ferrovie italiane e il nuovo anno è iniziato allo stesso modo.

Secondo dati di Rfi (gruppo Fs) comunicati nel corso di un’audizione congiunta presso le commissioni Trasporti della Camera e Ambiente del Senato, circa l’82% dei ritardi del traffico Av (alta velocità) è causato da problemi tecnici: malfunzionamenti sulla rete, cavi elettrici usurati, centraline in tilt, treni in avarìa. Il restante 18% è rappresentato da cause esterne al sistema ferroviario: maltempo, intrusi sulla linea, persone investite, ragioni di forza maggiore.

Le cause dei ritardi

L’82% delle cause di ritardo imputabili a rete e treni, risulta così suddiviso: 57% dovuto a problemi dell’infrastruttura (34% affidabilità e 23% ritardi indotti dalle altre cause, presi in carico dal gestore) e 25% dovuto ai treni. Sono circa 10mila i convogli che ogni giorno circolano in Italia, tra passeggeri e merci, su una rete satura, dove il minimo inconveniente genera l’effetto domino, causando paralisi e ore di ritardi. Le Fs sottolineano che, nel 2024, il segmento dell’alta velocità ha registrato una puntualità del 74,3%. Il settore intercity, invece, si è attestato all’82,7%, mentre il trasporto regionale all’89,4%.

Sotto accusa sono finiti i 1.200 cantieri del Pnrr che, da Nord a Sud, ostacolano pesantemente la circolazione, soprattutto sull’alta velocità e provocano numerosi inconvenienti. Ora, sui tavoli del Mit (ministero dei Trasporti) circola l’ipotesi di tagliare le corse del 15% per alleggerire la pressione sulla rete. Meno treni in circolazione però vogliono dire meno biglietti venduti. Una manovra che potrebbe impattare negativamente sui ricavi operativi di Trenitalia, pari a 7,6 miliardi di euro nel 2023, in crescita dell’11,4% sul 2022.

Disagi già da inizio anno

Secondo il Codacons, da inizio anno si contano già 104 casi di forti rallentamenti o sospensioni della circolazione, che hanno provocato disagi e ritardi ai viaggiatori. Escludendo maltempo, persone investite lungo i binari e altri eventi estranei alle ferrovie, sono 76 (su 104) i problemi e i guasti tecnici che hanno coinvolto in modo diretto la rete e i treni. Il 2 gennaio 2025 a Torino la circolazione è stata sospesa per alcune ore per un guasto alla linea elettrica. L’8 gennaio alla stazione Termini di Roma i treni hanno toccato fino a 100 minuti di ritardo per un guasto agli impianti di circolazione sulla linea ad alta velocità Firenze-Bologna.

Fonte: Il Sole 24 Ore