Amazon porta l’intelligenza artificiale generativa dentro Alexa

Amazon porta l’intelligenza artificiale generativa dentro Alexa

L’attenzione alla sostenibilità ambientale, ovviamente. E poi lo scontato passo in avanti sul fronte dell’intelligenza artificiale generativa. Due concetti – l’attenzione al tema green e i benefici legati ai modelli di comprensione del linguaggio di nuova generazione – che hanno accompagnato il ricco menu di novità di prodotto presentato da Amazon, a cominciare proprio dalle potenziate funzionalità dell’assistente vocale Alexa.

Smart home sempre più smart

Oltre 400 milioni sono i dispositivi per la casa intelligente con Alexa “inside” oggi attivi nel mondo e centinaia di milioni le volte in cui, su base settimanale, gli utenti utilizzano l’assistente per controllarli e gestirli. Questo lo scenario attuale, perché nelle intenzioni del colosso di Seattle il percorso di evoluzione della smart home è solo all’inizio: l’obiettivo è creare case più intuitive, intelligenti e funzionali e il modello LLM è lo strumento per raggiungerlo e regalare alle persone un nuovo livello di esperienza, decisamente superiore rispetto al recente passato. Cosa significa in concreto lo sbarco della Gen AI dentro Alexa? Significa, che l’assistente è ora in grado di gestire un’ampia gamma di variazioni e comprendere la configurazione specifica della casa per attivare le azioni corrette. Dal lato dell’utente questo step in avanti tecnologico si traduce, per esempio, in un’interazione più intuitiva con il maggiordomo virtuale: gli si potrà semplicemente dire “Alexa, c’è troppa luce qui” se si vogliono abbassare le luci, senza doverlo richiedere esplicitamente e senza dover ripetere più volte la richiesta. Ma non solo. La maggiore abilità di comprendere i comandi indotta dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni permette di combinare più richieste in una sola (”Alexa, chiudi tutte le tapparelle, spegni tutte le luci e avvia l’aspirapolvere”) e di impostare una routine semplicemente usando la voce, senza alcuna programmazione manuale nell’app. Si potrà quindi chiedere ad Alexa di aprire le tapparelle, visualizzare le notizie, accendere le luci della camera da letto e avviare la macchina del caffè, ogni mattina alle 8.00. E tutte queste azioni, grazie all’intelligenza artificiale generativa, si attiveranno automaticamente, senza doverle richiedere giorno dopo giorno o doverle impostare via smartphone.

Una casa completamente automatizzata

Dopo aver sposato il verbo dell’interoperabilità sostenendo (da socio fondatore) la causa di Matter e aggiunto il supporto a questo standard a oltre 100 milioni di dispositivi delle famiglie Echo ed eero, il “next step” di Amazon è ora quello di rendere pubblicamente disponibili gli strumenti e le interfacce di programmazione (le Api) per agevolare lo sviluppo di apparecchi con Alexa integrato. Grazie a due nuove soluzioni basate su LLM, i produttori possono ora sfruttare il Dynamic Controller per comunicare all’assistente in modo più preciso le funzionalità specifiche dei propri di device intelligenti. L’integrazione dell’Action Controller, invece, permetterà ai vendor di definire le azioni supportate dai loro prodotti in modo più dettagliato, favorendo una comunicazione più naturale con l’assistente vocale. Il vantaggio? Potergli dire “il pavimento è sporco” e lasciare ad Alexa il compito di avviare l’aspirapolvere robot. Il punto di arrivo, come spiegano i responsabili di Amazon, è costruire una tecnologia che operi (completamente o quasi) al posto dell’utente: oggi siamo al 40% di azioni avviate nella casa domotica da Alexa senza alcuna richiesta diretta e presto non sarà più necessario chiedere all’AI di accendere o spegnere le luci, perché lo farà in autonomia, rilevando il livello di luminosità presente in una stanza.

Le nuove funzionalità per l’assistente virtuale

Fra le diverse opzioni che Alexa va ora ad offrire ai propri utenti vi è anche la traduzione (più di dieci le lingue supportate) delle chiamate audio e video effettuate attraverso l’assistente, che d’ora in avanti possono essere tradotte in tempo reale sui dispositivi supportati per comunicare a distanza in modo più efficace con persone che non parlano la stessa lingua o con utenti non udenti e ipovedenti. Attivando sull’app Alexa o sui dispositivi Echo Show la funzione Call Captioning è invece possibile visualizzare a display le didascalie delle chiamate in tempo quasi reale. Sarà quindi possibile avviare una singola routine in più modi, con uno specifico comando oppure impostando un orario specifico di inizio, e aggiungere il widget “Top Connections” ai dispositivi Echo Show per visualizzare i contatti preferiti e i dispositivi utilizzati più frequentemente all’interno della famiglia.

La nuova generazione di Echo

Due i modelli che si aggiungono alla famiglia di smart display di Amazon: Echo Hub ed Echo Show 8 di nuova generazione, che entrano a listino a 199,99 e 169,99 euro rispettivamente. Le peculiarità del nuovo pannello di controllo dei dispositivi smart compatibili presenti in casa sono lo schermo touch da 8 pollici, gli strumenti per controllare i sistemi di sicurezza Ring e organizzare i widget in modo completamente personalizzato e la tecnologia a infrarossi che rileva quando l’utente è nelle vicinanze, passando in modo naturale da una schermata iniziale con le immagini preferite alla schermata di controllo. Può essere montato anche a parete e supporta i protocolli di comunicazione Zigbee, Thread, Bluetooth e Matter ed è compatibile con oltre 140.000 tra videocamere connesse, luci, serrature, termostati, altoparlanti e altri device domestici intelligenti. Cambia pelle dentro e fuori, invece, il nuovo Echo Show 8, che si presenta con un design dalle morbide curvature lungo il rivestimento in tessuto e una cornice di vetro a tutto schermo intorno al touchscreen HD da 8 pollici. Le novità hardware sono invece alla voce processore, sistema audio e fotocamera centrata da 13 megapixel mentre è del tutta nuova anche la user experience della schermata iniziale, che utilizza la tecnologia computer vision del dispositivo per regolare automaticamente i contenuti sullo display in base alla vicinanza dell’utente e renderli di conseguenza più facilmente fruibili anche a distanza.

Fonte: Il Sole 24 Ore