Amministrative, ecco perché i numeri non spostano gli equilibri fra i poli
Il 10 giugno, all’indomani della chiusura delle urne per le europee, l’attenzione è stata tutta sui risultati dei diversi partiti. Ma c’era un’altra partita in campo: quella delle comunali, che proprio quel giorno chiudeva il suo primo tempo. Lunedì 24 giugno, con i ballottaggi, si è conclusa questa tornata di amministrative, la più consistente in termini di comuni chiamati al voto da cinque anni a questa parte.
Nella tabella che qui pubblichiamo vediamo come è andata nell’insieme dei comuni superiori ai 15.000 abitanti. Si tratta in tutto di 224 unità, alle quali però occorre sottrarre le 7 che in occasione delle precedenti comunali, non avendo ancora 15.000 abitanti, votavano con un sistema elettorale diverso (e quindi non adatte a essere incluse nella comparazione). Come possiamo osservare, fino al 9 giugno, questi comuni erano per lo più governati da amministrazioni targate Pd: in tutto 112. Quasi il doppio di quelli del centrodestra con Forza Italia (65), cui però vanno sommati gli 11 vinti da candidati sostenuti da Fdi e/o Lega ma non Forza Italia. Non molte le amministrazioni uscenti non bipolari: 23 per candidati sostenuti da sole liste civiche e appena 3 per il M5s.
Venendo a questa tornata, una metà abbondante (118) dei comuni era già stata vinta al primo turno. In particolare, 70 erano stati conquistati da sindaci sostenuti dal Pd (in diversi formati coalizionali), contro i 38 del centrodestra targato Forza Italia – cui si sommano i 5 senza il partito di Tajani. Poco meno del doppio dei comuni vinti dal centrosinistra: una vittoria in linea con quella osservata cinque anni fa nel risultato finale. Da notare gli appena quattro comuni vinti da candidati civici.
Ma era solo il primo tempo. Un centinaio di comuni (99 per la precisione) rimanevano infatti ancora da assegnare nel turno di ballottaggio di ieri e l’altro ieri. Il secondo tempo è stato in continuità con il primo: 42 comuni per Pd e alleati, 32 per il centrodestra con Fi e 4 per la destra senza Fi. Si segnalano le ben 17 vittorie di candidati civici; mentre il M5s (fermo a zero dopo il primo turno) conferma la propria tradizionale abilità nel vincere i ballottaggi, conquistandone tre (tutti contro candidati sostenuti dal Pd).
Così, nel complesso, la tornata di comunali del 2024 risulta tutto sommato interlocutoria, dal momento che non ha spostato di molto gli equilibri fra i poli rispetto alle amministrazioni uscenti. Il centrosinistra ottiene una vittoria numerica, impreziosita anche dai successi negli importanti casi di Bari e Firenze. Tuttavia, non segna un avanzamento rispetto alle precedenti comunali: ha oggi esattamente lo stesso numero di sindaci di prima del voto. Un elemento questo che può far sorridere le forze del centrodestra, che, come alle europee, avanzano seppur di poco. E che deve suonare come un campanello d’allarme per le forze di opposizione circa la necessità di trovare modi di sommare i propri voti per potere contendere Palazzo Chigi a Giorgia Meloni.
Fonte: Il Sole 24 Ore