Ampere (Renault) pronta a ridurre i costi dell’elettrico del 40%

Creare una società autonoma per servire, oltre alla casa madre Renault, Dacia e Alpine, anche imprese partner e clienti. Un’intuizione che, alla luce dei progressi dell’ultimo anno, si sta rivelando vincente per Renault e per il suo amministratore delegato Luca De Meo, che ha fortemente voluto Ampere.

Nonostante un mercato dell’auto elettrica che, per usare un eufemismo, stenta a decollare in Europa, Ampere può scrivere nel bilancio dell’ultimo anno alcuni risultati significativi. Sul piano del processo industriale interno, l’accelerazione dei tempi di sviluppo di Twingo elettrica, che in due anni sarà disponibile sul mercato a un prezzo inferiore a ventimila euro e la possibilità di produrre Renault 5 (basata sulla piattaforma nativa elettrica AmpR Small, condivisa con Twingo e Renault 4) presso il centro Electricity di Ampere in meno di dieci ore.

Sul piano delle collaborazioni con altre imprese automotive, altro caposaldo della creazione di Ampere, Nissan, ex partner stretto nell’antica Alleanza, ha chiesto ad Ampere di sviluppare la sua prossima auto elettrica del segmento A, quello delle utilitarie, sempre meno popolato, e Mitsubishi il prossimo suv di taglia medio grande (segmento C) elettrico. Percorsi di sviluppo che si aggiungono all’attività con Alpine per A290 (al debutto sul mercato) e A390.

A favorire l’accelerazione delle attività e ad aprire una nuova prospettiva di collaborazioni e alleanze, oltre che nuove traiettorie di sviluppo tecnologico, è stata l’attività svolta dal centro di ricerca avviato in Cina che si avvale della collaborazione con partner cinesi con cui vengono messe in comune le esperienze e le conoscenze. Così nasceranno le batterie LFP che saranno utilizzate nelle auto progettate e prodotte da Amper a partire dal 2026 e sarà avviata la progettazione di accumulatori senza cobalto a partire dal 2028.

Ma l’attività di Ampere non si limiterà solo alle batterie e ai veicoli elettrici. Nel 2026 Ampere realizzerà il primo Software Designed Vehicle europeo mettendo in pratica un approccio di progettazione orizzontale che consentirà di ridurre i costi e di mantenere la proprietà intellettuale delle attività core.

Fonte: Il Sole 24 Ore