Andolina (Philip Morris): «Investire nel digitale, serve un Piano Marshall per le competenze»

Dobbiamo avere il coraggio di lanciare un Piano Marshall delle competenze con l’obiettivo, come dice la ricerca, di superare i gap del Paese e di rendere l’Italia una fucina di talenti per il paradigma 5.0. I dati dicono che è necessario aggiungere ai numeri attuali circa 137mila laureati in Ict, 87mila ingegneri e almeno 140mila iscritti agli istituti tecnici.

Quindi sembrano non essere sufficienti la proverbiale creatività e capacità imprenditoriale delle aziende italiane.

C’è bisogno di creare una filiera tra il mondo della formazione, le istituzioni e il settore privato. In particolare, credo sia fondamentale il ruolo delle imprese che potremmo chiamare capofiliera. Quelle che hanno una maggiore possibilità di investimento tecnologico e che possono essere un punto di riferimento concreto per le tante piccole imprese che rappresentano il nostro tessuto imprenditoriale. E’ ciò che abbiamo fatto in Italia creando una filiera integrata che coinvolge circa 41mila persone e 8mila imprese».

Anche se in Italia la dimensione aziendale, soprattutto nella manifattura, sembra sempre più ridursi.

L’Italia resta una potenza manifatturiera e agricola, riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Occorre però domandarsi come continuare ad esserlo. Quello di Philip Morris rappresenta uno dei grandi investimenti di multinazionali fatti negli ultimi anni nel nostro Paese. Partendo dal miliardo e duecento milioni iniziale, da quando abbiamo deciso di scommettere sulla riconversione, di abbandonare le sigarette per passare a nuovi prodotti senza combustione, valide alternative al fumo tradizionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore