Anpi: «Andare al voto per costruire l’Europa della pace e del lavoro»

Anpi: «Andare al voto per costruire l’Europa della pace e del lavoro»

L’Europa che vogliamo”, è il titolo della due giorni romana, organizzata dall’ANPI (Associazione nazionale partigiani), per presentare un appello al voto, in vista delle consultazioni dell’8 e 9 giugno. Un invito a non disertare le urne – fatto dal presidente Anpi Gianfranco Pagliarulo – per due buonissime ragioni: costruire uno spazio europeo che parte dai capisaldi della Costituzione, la pace e il lavoro. Valori e diritti fondamentali oggi più che mai messi a rischio dalle crisi internazionali che hanno messo in evidenza – ha spiegato il numero uno dell’Anpi – la fragilità e l’inadeguatezza del sistema economico e sociale alla base dell’Unione Europea. Pagliarulo sottoscrive la lettera all’Europa scritta dal presidente della Cei Matteo Maria Zuppi.

La “cara Europa” di Zuppi

Il cardinale Zuppi ha sottolineato l’importanza per l’Europa di darsi un’anima, per l’inclusione e per la pace, in un momento in cui è necessario fare nuove riforme istituzionali che rendano l’Unione europea all’altezza delle sfide. Perchè la burocrazia, pur necessaria, le direttive e i regolamenti da soli non fanno crescere la coesione. Mantiene l’attenzione sull’importanza della solidarietà il segretario della Cgil Maurizio Landini: «La solidarietà vera – ha detto Landini – non è tra eguali. C’è quando quelli che stanno meglio si battono per migliorare la condizione di chi sta peggio».

Il fenomeno dell’assenteismo

Anche da Landini arriva un appello contro l’astensionismo che riguarda 18 milioni di italiani, tra quelli che non votano e chi lascia la scheda bianca. In genere, per il segretario del maggiore sindacato italiano, non sono i ricchi a disertare le urne, a non credere nella politica sono quelli che non si sentono rappresentati da nessuno. Allora la strada è recuperarli. E ancora una volta lo strumento è il lavoro è il contrasto alla precarietà, che vuol dire precarietà della vita. Un problema che non riguarda solo l’Italia, che ha uno dei tassi più alti, ma molti paesi di un’Europa che per essere rafforzata, deve mettere al centro i problemi del lavoro. «La mia esperienza sia di lavoratore sia di sindacalista – ha sottolineato Landini – è che i progressi del lavoro anticipano quelli sociali: dal divorzio, alle garanzie per le donne e la maternità».

Lavoro al centro

Un tema, quello del lavoro, che da anni ha smesso di appassionare non solo le destre «ma anche governi che si definivano di centro e centro sinistra». Landini ha poi spostato l’attenzione sulla situazione mai vissuta fino ad ora: la guerra che peggiora la vita delle persone e la transizione digitale che se non gestita può mettere a rischio dei posti di lavoro. Sfide che richiedono investimenti per centinaia di miliardi, chi li metterà può gestirle. Per questo è importante che ci sia un’Europa vera – ad avviso di Landini – che metta al centro le persone.

Il ciclista della memoria

Alla tavola rotonda ha portato la sua testimonianza il “ciclista della memoria”. Giovanni Bloisi, 70 anni che, dal 9 maggio scorso, con l’alto patrocinio dell’Unione europea, gira l’Italia, indossando una maglietta disegnata da Bruxelles, per incontrare i giovani e raccontare loro l’idea dell’Europa nata nel ’41 a Ventotene con Altiero Spinelli e Alberto Rossi confinati nell’isola che oggi è il simbolo della libertà. Proprio a Ventotene, da dove il tour è iniziato, Bloisi ha incontrato 70 studenti di un liceo di Barletta. «Quei ragazzi sono stati meravigliosi – ha detto il ciclista – hanno simulato il parlamento europeo con i vari Paesi e, in inglese perfetto, hanno formulato le proposte per la sicurezza in Europa. Ho pensato allora che il mio nipotino di tre anni avrà con loro un futuro migliore».

Fonte: Il Sole 24 Ore