Appalti truccati: De Luca accusato concorso in corruzione
L’avviso di proroga delle indagini preliminari è stato notificato al governatore Vincenzo De Luca questa mattina, venerdì 5 novembre, mentre si trovava nei locali del Genio Civile di Salerno. Da quanto si apprende da ambienti vicini all’ex sindaco di Salerno, l’ipotesi che gli viene contestata dalla Procura di Salerno è di concorso in corruzione. De Luca, quindi, risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati al Comune di Salerno, e i rapporti tra Amministrazione comunale salernitana e cooperative sociali nella quale risultano coinvolte altre 29 persone tra cui il sindaco Vincenzo Napoli ed il consigliere regionale Nino Savastano.
Il mese scorso il terremoto giudiziario
Il mese scorso, l’11 ottobre, a una settimana esatta dal voto, la politica cittadina e quella regionale sono state travolte da un’inchiesta della procura di Salerno che ha portato all’esecuzione di dieci misure cautelari. Ai domiciliari Savastano, vicino a De Luca e suo assessore quando il governatore era sindaco di Salerno. In carcere, invece, Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale, di fatto legato ad altre coop, negli anni accentratore di molti servizi affidati dal Municipio salernitano. A Savastano e Zoccola, la Procura ha contestato anche il reato di corruzione elettorale. Dalle indagini effettuate dalla Squadra Mobile sarebbe, infatti, emersa l’esistenza di un accordo tra i due: Savastano avrebbe promesso l’aggiudicazione e la proroga degli affidamenti in cambio del sostegno alle elezioni regionali del settembre 2020. Intesa che l’assessore – poi eletto in Consiglio regionale con 16.569 voti nella coalizione a sostegno di De Luca – avrebbe portato avanti predisponendo e sostenendo le delibere di giunta relative all’affidamento dei servizi.
Indagato anche il sindaco Napoli
Almeno 29 gli indagati. Tra questi anche il sindaco della città Vincenzo Napoli, riconfermato nell’ultima tornata elettorale con il 57% dei voti: le ipotesi a suo carico sarebbero quelle di turbata libertà degli incanti con l’aggravante dell’abuso d’ufficio. In particolare, Napoli è coinvolto nell’inchiesta assieme al suo collaboratore Felice Marotta e al presidente della società in house “Salerno Pulita”, Antonio Ferraro. Per la Procura, insieme ad alcuni rappresentanti delle società cooperative, avrebbero turbato la gara per il noleggio di un lavastrade per la partecipata. In particolare, attraverso un meccanismo ben strutturato, avrebbero rivelato il contenuto delle offerte presentate dagli altri operatori economici, in modo da avvantaggiare una delle società cooperative. I
Fonte: Il Sole 24 Ore