appello alla pace e incontro con detenuti
Monsignor Pompili, il Papa a Verona prenderà parte anche ad Arena di pace sul tema giustizia e pace si baceranno. Un appuntamento che questo anno appare particolarmente significativo visti gli scenari di guerra?
Si. Arena di pace giunge al momento opportuno in questa contingenza veramente tragica perché siamo su un terreno veramente scivoloso, guardando non soltanto all’Europa ma al mondo. L’Arena che è sempre stata una presa di coscienza di come i fenomeni siano interconnessi, perché non esistono guerre regionali, ma hanno sempre una prospettiva e uno scenario mondiale, ci aiuta ad intravedere quali sono le radici di questi conflitti. Non si tratta tanto di uno scontro di civiltà, come a volte si dice, ma di un vero conflitto di economie che poi si ammantano di ragioni più ideologiche. Quindi arena di pace vuole mettere in evidenza come la pace sia molto di più dell’assenza di guerra, è un puzzle piuttosto complesso.
Il Papa non si stanca di fare appelli per la pace. Fin da subito, appena eletto, ha messo in guardia dai rischi della terza guerra mondiale a pezzetti?
Il Papa ha avuto la lucidità di cogliere come la terza guerra mondiale a pezzettini fosse avviata da tempo e soprattutto ha avuto la lucidità di mettere in guardia dal pericolo che l’escalation possa portare ad esiti imprevedibili. Il suo appello alla pace non è prendere posizione a favore dell’uno o dell’altro, piuttosto è assumere la difesa di tutte le vittime che sono equamente distribuite a destra e a manca e che chiedono di essere difese dallo strapotere di questo strumento della guerra che sembra essere l’unico sostenibile e invece è il più distruttivo.
Durante la visita a Verona ci sarà un momento anche con i detenuti. Recentemente abbiamo visto il Papa incontrare i carcerati in altre due occasioni, il giovedì santo e a Venezia. Ci tiene molto?
Fonte: Il Sole 24 Ore