Apple, l’addio all’auto elettrica per sviluppare un iPhone AI

Apple, l’addio all’auto elettrica per sviluppare un iPhone AI

Sa un po’ di ultima chiamata, la scelta di Apple di spostare sull’intelligenza artificiale il suo team che per anni ha lavorato all’auto elettrica. Ultima chiamata perché il treno dell’AI è partito più di un anno fa, con OpenAI che ha lanciato ChatGPT e con società come Microsoft e Google che si sono immediatamente posizionate nel settore con scelte strategiche che sembrano corrette. E anche con nuovi colossi come Nvidia che hanno saputo sfruttare meglio di altri il nuovo vento, fuori e dentro Wall Street.

La grande assente

In questi 13/14 mesi di grande entusiasmo, del resto Apple è risultata la grande assente. E le ripercussioni di questa assenza si sono viste anche a Wall Street, dove dopo anni di dominio incontrastato, il gigante di Cupetino ha dovuto cedere lo scettro di società con la capitalizzazione di mercato più alta al mondo a Microsoft. Di contro, infatti, proprio Microsoft è invece sembrata la società che ha meglio interpretato il ruolo di trend setter nel settore dell’intelligenza artificiale generativa: prima mettendo le mani su OpenAI, poi proponendo prodotti basati su questa tecnologia come Copilot, e da ultimo investendo anche sulla start up europea, Mistral AI, che lavora a un’intelligenza artificiale generativa open source.

Punita dal mercato

Apple, invece, ha vestito i panni dell’osservatore. Ed è stata punita dal mercato, anche e soprattutto in considerazione del fatto che l’intelligenza artificiale generativa è sbarcata pure sugli smartphone, settore sul quale Cupertino ha piantato le sue radici più solide e profonde. Da qualche mese Samsung e Google hanno portato sul mercato prodotti molto interessanti (Samsung Galaxy S24 e Google Pixel 8), che sono considerati un po’ i primi smartphone con intelligenza artificiale.

Adesso è attesa la risposta di iPhone. E non potrà essere una risposta deludente. Per questo il team di intelligenza artificiale che Apple aveva impiegato allo sviluppo dell’auto (e che faceva capo a Stuart Bowers) ha ora l’incarico di lavorare sull’intelligenza artificiale generativa nella divisione di machine learning, guidata da John Giannandrea.

Terreno perso

Il grande dubbio, ora, è sulla capacità di Apple di recuperare il terreno perso. E sul tempo necessario per colmare questo gap. Risposte concrete potrebbero arrivare nei prossimi mesi, e in particolare alla WWDC, l’annuale conferenza degli sviluppatori durante la quale Apple svela le maggiori innovazioni lato software (come i nuovi sistemi operativi). Per questa edizione 2024 è molto probabile che Apple sveli i suoi primi passi nel mondo dell’intelligenza artificiale generativa. I bookies sono concordi sul fatto che sarà Siri il software maggiormente interessato dalle innovazioni intelligenti. Anche perché il business di Apple è molto legato ai prodotti (maggiormente all’iPhone), ed è abbastanza scontato che lo sforzo AI sarà fatto per portare le innovazioni sui device, più che per un rilascio software.

Fonte: Il Sole 24 Ore