Apre il Depot, museo pionieristico per 150mila opere nascoste
Visionario, rivoluzionario, pionieristico, emozionante. Il nuovo Depot Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, inaugurato venerdì dal re d’Olanda e da ieri aperto al pubblico, è destinato a essere molto più di un nuovo punto di riferimento del turismo culturale europeo. Questa ardita struttura ovoidale – alta quasi 40 metri e coperta da 6.609 metri quadrati di vetri curvati a specchio che la smaterializzano nella skyline di Rotterdam – sfida la fisica con la sua base più stretta del vertice, ma soprattutto sfida le tradizionali metriche di fruizione dell’arte.
Nuovi percorsi museali
Costretto a esporre in appena sei piani qualcosa come 151mila opere, il Depot progettato dal pluripremiato studio MVRDV di Winy Maas distrugge e ricompone percorsi museali e logiche di allestimento, annullando il distacco opera-spettatore. È un esperimento inedito, una svolta storica nell’architettura museale a cui ora guardano con interesse anche mostri sacri come il Victoria and Albert di Londra: una nuova dimensione dell’allestimento espositivo in cui il palcoscenico si confonde con il backstage, la rappresentazione con la conservazione, la vetrina con il deposito d’arte.
Il tesoro nascosto
Ma andiamo con ordine. Il Depot nasce da un’esigenza ben precisa: solo l’8% delle opere del Boijmans Van Beuningen riusciva a essere esposto nello storico museo, adiacente alla nuova costruzione. Un problema comune a tutti i grandi patrimoni museali del mondo. Da qui l’obiettivo visionario e apparentemente folle di rendere fruibili a tutti più di 151mila grandi opere finora “nascoste” nei magazzini.
Cinque zone climatiche
Trasformare un magazzino in un’esposizione significa ripensare da capo a piedi il concetto stesso di museo. Le necessità di conservazione delle opere impongono nuovi percorsi, non più cronologici o di stile, ma pragmaticamente legati ai materiali con cui sono costruite: metallo, plastica, legno, pittura e fotografia, con altrettante zone climatiche che ne assicurano le corrette condizioni termo-igrometriche. Al Depot è quindi normale incontrare un Van Gogh a due passi da un Warhol.
Dodici minuti per dodici visitatori
Nelle diverse aree di conservazione sono ammessi solo 12 visitatori alla volta per un massimo di 12 minuti, in modo da non alterare il microclima, che poi ha bisogno di tre quarti d’ora di chiusura al pubblico per essere ricostituito prima di poter accogliere un nuovo gruppo.
Fonte: Il Sole 24 Ore