Archiviazioni non neutrali, c’è il diritto alla correzione

Archiviazioni non neutrali, c’è il diritto alla correzione

Invano, da parte della difesa, era stata chiesta la correzione del testo; di qui il ricorso in Cassazione dove a venire sottolineato era anche il carattere abnorme dell’archiviazione.

Categoria di abnormità e nuova normativa

La Cassazione fa un passo indietro e ricorda come la Corte costituzionale nel 2024, sentenza n. 41, ha riconosciuto che richieste o decreti di archiviazione che esprimono giudici di colpevolezza sulla persona interessata, invece di ricostruire i fatti nei modi strettamente necessari, danneggiano il diritto di difesa.

Quanto ai rimedi, che pure sono individuabili nell’ordinamento penale, la Consulta ricordò che sino alle modifiche del Codice di procedure penale introdotte nel 2021 esisteva la categoria dell’abnormità alla quale ancorarsi. Ora, con la nuova normativa sulla presunzione d’innocenza (peraltro da pochissimo ulteriormente ritoccata da Governo e maggioranza con il divieto di pubblicazione di tutti gli atti relativi a misure cautelari personali) il punto di riferimento è diventato l’articolo 115 bis del Codice.

La norma, ricorda adesso la Cassazione, prevede un rimedio effettivo per il caso in cui la persona sottoposta a indagini o l’imputato sia indicata come colpevole «in provvedimenti diversi da quelli volti alla decisione in merito alla responsabilità penale dell’imputato» e attribuisce il diritto, immediatamente azionabile, alla correzione del testo del provvedimento stesso a tutela della presunzione d’innocenza nel processo.

Fonte: Il Sole 24 Ore