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Argentina, Milei accusato di aver promosso una cripto-frode
Una crisi politica che occupa le prime pagine di tutti i giornali latinoamericani e investe la Casa Rosada, sede del governo dell’Argentina. Il presidente Javier Milei scivola in uno scandalo nazionale, legato a una criptovaluta. Ne seguono varie richieste di impeachment e un centinaio di denunce penali.
I fatti: venerdì 14 febbraio in un post pubblicato sul suo account su X, Milei ha promosso il token $Libra, fino a quel momento sconosciuto, dicendo che avrebbe incentivato la crescita economica del Paese, finanziando piccole imprese e iniziative. “L’Argentina liberale sta crescendo!!!” ha detto Milei a oltre 3 milioni di follower. E ha inserito nel testo il link del sito internet del progetto. Pochi minuti dopo il tweet del presidente, $Libra ha registrato un aumento esponenziale del suo valore e la sua quotazione è salita fino a 4,7 dollari. Alcune ore più tardi, la quotazione è scesa fino a 0,19 dollari, dopo una serie di acquisti e vendite quasi istantanee che hanno generato sospetti e commenti sui social media.
Più di 100milioni di dollari di perdite
Le prime rilevazioni quantificano in più di 100 milioni di dollari le perdite provocate a danno di migliaia di investitori in tutto il mondo.KIP Network, la società ideatrice dell’iniziativa, aveva registrato il sito di promozione di $Libra poche ore prima del messaggio diffuso dal presidente. E il token, sul sito, è stato presentato come un’idea ispirata al liberismo economico del presidente Milei.Venerdì sera il presidente Milei ha eliminato il post e ha scritto su X : «Non conoscevo i dettagli del progetto e dopo essermi informato ho deciso di non continuare a diffonderlo (per questo ho cancellato il tweet)». Poi il giorno dopo, sabato 15 febbraio, in un altro post pubblicato dall’account ufficiale del presidente su X, l’iniziale endorsement è stato descritto come una promozione di routine di un’impresa.La Casa Rosada ha cercato di minimizzare l’episodio ma per la stampa argentina, pressoché unanime, attacca il presidente.
L’accusa dell’opposizione
Questa, in sintesi, l’accusa, sintetizzata dall’ex ministro dell’Economia ed candidato presidenziale nel 2003, Ricardo Lopez Murphy: o Milei sapeva che cosa stava facendo e ha deciso, approfittando della sua carica, di partecipare a una truffa ai danni di migliaia di persone (molte delle quali erano fra i suoi più convinti sostenitori) oppure ammette una profonda mancanza di conoscenza su una questione economica molto importante, il che ne mette in discussione la credibilità.Uno dei responsabili della creazione del meme-coin ’Libra’ al centro dello scandalo – il fondatore di Kelsen Venture, Hayden Davies – ha assicurato in un’intervista di sentirsi in pericolo di vita, e di aspettare istruzioni del governo di Buenos Aires prima di avanzare su un’eventuale restituzione del denaro. «La mia unica protezione in questo momento è il denaro che controllo. Non farò nulla prima di avere risposte da Javier Milei e dal suo gruppo», ha affermato lo statunitense Davies al canale Youtube ’Coffezilla’ specializzato nello smascherare truffe digitali. Lo specialista in mercati cripto, in precedenza creatore anche del meme-coin ’Melania’, ha quindi ammesso di aver lui stesso investito nell’iniziativa giustificandosi con il fatto che il mercato dei meme-coin non è regolato in alcun modo e che investire in quel settore «è come scommettere in un casinò senza norme» dove è consentito anche l’uso di informazioni privilegiate.
Il precedente
Pochi anni fa, nel 2021, in qualità di deputato, Milei era stato criticato per aver promosso l’azienda CoinX, in seguito coinvolta in uno scandalo di truffe piramidali. Nel 2023 l’azienda era stata denunciata per presunta frode, i suoi uffici erano stati perquisiti e quattro dei suoi dirigenti erano finiti in carcere. Milei aveva replicato così : « La mia era solo una opinione professionale ».
Fonte: Il Sole 24 Ore