Arieli Capital sbarca a Milano per innestare innovazione nell’industria della moda
Sono state selezionate nel mondo tra migliaia di start up che stanno innovando il settore della moda, tra intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione della logistica e della supply chain, biomateriali, sostenibilità dei processi produttivi, nuove tecnologie per contrastare le contraffazioni o per migliorare la customer experience. In tutto sono dieci. Due provengono dall’Italia. Le altre dal Regno Unito, dagli Usa, dall’India, dal Canada, dalla Germania, dalla Svezia e da Israele.
Saranno le protagoniste, a Milano dal 4 al 7 marzo, di incontri con una cinquantina tra investitori e grandi brand della moda italiana per innestare innovazione nell’industria nazionale. «Il settore del fashion italiano è un portabandiera nel mondo del made in Italy ma crediamo che abbia enormi potenzialità ancora inespresse – dice Or Haviv, responsabile della global innovation di Arieli Capital -. Questo perché, pur essendo un settore fortissimo sul piano industriale, riteniamo che debba compiere ancora sforzi su quello dell’innovazione. il nostro obiettivo è quello di contribuire a fare di Milano e della moda italiana un hub internazionale riconosciuto globalmente non solo per la massima qualità e creatività ma anche per l’alto livello di avanguardie hi-tech».
Arieli Capital è il fondo di investimento, nato dalla partnership tra imprenditori statunitensi e imprenditori israeliani, a cui si deve la quattro giorni milanese pensata per creare un ponte tra le maison italiane e i giovani imprenditori internazionali che stanno rivoluzionando il settore con innovazioni di processo e di prodotto, prima di tutto in chiave green. Costituito nel 2016, con sedi a New York, Londra e Tel Aviv, per cinque anni ha collaborato con l’ambasciata italiana in Israele per sostenere programmi di accelerazione di start up nel campo dell’agricoltura, della salute, del biomedicale, della logistica.
Dopo aver spinto lo sviluppo di centinaia di giovani imprese nel mondo – una media di 40-50 all’anno – ora scommette sulla moda italiana, in collaborazione con Milano and Partners – l’agenzia costituita dal Comune e dalla Camera di commercio del capoluogo lombardo per la promozione e la valorizzazione della città a livello internazionale – e con la multinazionale di studi legali Dentons. Senza partire da zero, però.
«Le dieci start up che abbiamo selezionato, con una operazione globale di scouting durata alcuni mesi, generano già ricavi per un totale di venti milioni di euro e tutte insieme hanno raccolto capitali da investitori internazionali per 52 milioni – spiega Or Haviv -. Parliamo di start up technology based che hanno impresso svolte importanti. E noi vogliamo misurare l’impatto dei nostri investimenti e contemporaneamente offrire alla moda italiana, che ha il proprio cuore a Milano, l’opportunità di integrare nei suoi processi produttivi queste innovazioni. Crediamo che possano nascere innumerevoli sinergie, anche perché tutte le start up selezionate hanno l’obiettivo di svilupparsi in Italia». Anche gli investitori che parteciperanno alla quattro giorni sono italiani. Il primo passo per Arieli Capital di una espansione in Italia che prevede anche l’apertura di una sede a Milano entro il 2024.
Fonte: Il Sole 24 Ore