Armani a New York, un viaggio di stile con tenacia e coerenza

Armani è di nuovo nella Grande Mela: per inaugurare un intero edificio che ospita boutique, ristorante, spazio Armani/Casa e appartamenti di lusso per i super-ricchi – già venduti tutti – e per la sfilata della collezione primavera/estate 2025, la prima in tanti anni a non essere presentata a Milano. «Sono emozionato e felice. Ritorno con un evento in un momento speciale della mia carriera e della mia vita: ho appena compiuto novant’anni e la mia azienda sta per compierne cinquanta. Inauguro un building che ci ha impegnato tanto e di cui sono particolarmente orgoglioso, perché rappresenta un omaggio duraturo a una città a cui sono molto legato. L’occasione di questa apertura così importante era davvero troppo allettante per non pensare a una sfilata. Per buonsenso e per evitare spreco di risorse, ho pensato però che non sarebbe stato necessario presentare due volte, e a distanza di brevissimo tempo, la stessa collezione, e quindi ho deciso di sfilare qui, lontano dai calendari ufficiali».

La collezione si intitola In Viaggio: una somma di stilemi ed esotismi armaniani risolti con felice spirito di sintesi in un tripudio di linee sciolte, colori neutri ed impalpabile leggerezza. L’arrivo in passerella della prima modella è annunciato da uno sferragliare assordante e inequivocabile di treno. Come in un noir d’epoca, una donna elegante e misteriosa, in greige, si muove spedita, diretta chissà dove, fuggendo da chissà chi, seguita da un porter in livrea blu con in mano due pesanti valigie di cuoio. La visione è nostalgica di tempi, al momento relegati al novero di splendide e irripetibili memorie, nei quali anche il viaggio era esperito con eleganza, forse perché non era riservato a tutti, ma privilegio di pochi.

«Da bambino ero affascinato dai trenini e dalle locomotive, ma non li potevo avere: costavano troppo, e di soldi in casa ce ne erano pochi. Quel sogno lo ho realizzato oggi con questa speciale messa in scena. La collezione, invece, racconta un viaggio fantastico che fonde stili diversi e modi di vestire. Vorrei che il pubblico ne captasse i richiami cinematografici alle atmosfere degli anni ’30 e che, per un attimo, sognasse».

Il pubblico è invero trasportato in una dimensione cinematografica nella quale non esiste sforzo apparente, tutto è risolto e il vestire è una espressione di calma ed equilibrio. Armani, insomma, fa Armani, ancora una volta, con una tenacia e una coerenza che lasciano ammirati.

Fonte: Il Sole 24 Ore