arriva la sanatoria precompilata per partite Iva

Nel concordato preventivo biennale arriva anche la sanatoria precompilata. In pratica, nel cassetto fiscale delle partite Iva verrà inserita, lunedì prossimo, una tabella con i dati di base e il calcolo dell’imposta sostitutiva con cui si potranno sanare i conti con il Fisco relativi agli anni 2018-2022, come previsto dal correttivo introdotto in Parlamento nella conversione del decreto legge omnibus. I dati del ravvedimento speciale riservato a chi aderisce al concordato saranno in formato elaborabile (.csv), e potranno quindi essere scaricati e utilizzati anche dal professionista che assiste il contribuente. Il tutto sarà completato da una Guida alla lettura per rendere più fruibile il tutto.

La mossa preparata dall’amministrazione finanziaria ha due obiettivi: il calcolo pre-compilato da Sogei punta a rendere subito evidenti i vantaggi offerti dal Fisco a chi aderisce al concordato, per rendere quindi ancora più diretta la “promozione” della nuova intesa biennale. Dall’altro lato, il fatto che i calcoli siano già stati predisposti e quindi pronti all’uso vuole superare il pressing sulla proroga della scadenza del 31 ottobre, ultimo giorno utile per firmare l’accordo con lo Stato, rilanciata ancora ieri dal presidente del Consiglio nazionali Elbano de Nuccio (servizio a pagina 34). Perché il concordato, o meglio il gettito quantificabile sulla base delle adesioni che riuscirà a raccogliere nella platea dei 4,7 milioni di autonomi soggetti agli Isa o forfettari, è per il Governo un tassello fondamentale nell’architettura delle coperture della manovra, che inizierà ad assumere una prima forma già lunedì con il Documento programmatico di bilancio (Dpb) atteso al consiglio dei ministri. Nel menù della riunione di Governo, prevista per le 18 (ma manca ancora la convocazione ufficiale), rientrerà anche un nuovo decreto anticipi: il meccanismo è analogo a quello utilizzato l’anno scorso, ma le cifre in gioco sono inferiori perché i 3,2 miliardi dello scorso anno erano stati liberati da uno scostamento con extradeficit assente invece nel nuovo programma di finanza pubblica. I tecnici sono al lavoro su un pacchetto di norme che potrebbe comprendere i conguagli previdenziali e altri anticipi di spese coperte da qualche riserva del bilancio. Il decreto, altra differenza con il passato recente, non dovrebbe però riguardare i dipendenti pubblici, che l’anno scorso avevano ricevuto il maxi-anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale come antipasto dei rinnovi le cui trattative sono ancora in corso all’Aran. Nel testo dovrebbe entrare invece la precisazione del parametro per calcolare la sanatoria fiscale relativa al 2020-21, anni per i quali il decreto omnibus prevede uno sconto ulteriore del 30% sulle imposte dovute per tenere conto della crisi prodotta dal Covid.

Con il decreto di lunedì, insomma, si completerà l’impianto del ravvedimento speciale sul passato, con l’imposta sostitutiva (dal 10 al 15%) applicata sulle maggiorazioni di reddito (dal 5 al 50%), è misurata sulla base dei voti ottenuti dai contribuenti nelle pagelle fiscali, ed è quindi riservata ai 2,7 milioni di partite Iva (il 57% della platea potenziale del concordato) soggetti agli indicatori sintetici di affidabilità, escludendo dunque i forfetari. Questo meccanismo è stato costruito al Senato, ma lo stesso Governo mostra di scommetterci con la nuova accelerazione tecnologica. Con le tabelle targate Sogei, a ogni contribuente a cui è chiesta un’integrazione sarà immediatamente evidente la cifra, ultraleggera, con cui potrà chiudere i conti sul passato e costruire la pace preventiva con il Fisco sul futuro. Per ricevere le nuove tabelle, però, occorrerà aver presentato almeno per uno degli anni interessati il modello Isa precompilato.

Dal concordato il Governo punta a ottenere almeno due miliardi in due anni, stando alle stime iniziali elaborate a Via XX Settembre che poi però non hanno mai trovato posto nelle relazioni tecniche. A questo gettito sarà collegata una quota delle nuove riduzioni fiscali che la manovra dovrà portare con la trasformazione in senso strutturale del taglio al cuneo e dell’Irpef a tre aliquote. Dall’intesa con il Fisco dipenderà dunque l’assetto finale della griglia dei numeri su cui si reggerà la manovra, destinata ad assumere una prima forma lunedì prossimo nel Dpb da inviare alla Commissione Ue entro il 15 ottobre. Da lì cominceranno a emergere i dettagli della manovra da 24-25 miliardi, che poggerà sui 9 miliardi di extradeficit contemplati dal Piano dei conti, sui quasi 6 miliardi ricavabili dal fondo della delega fiscale (quelli prodotti dall’abolizione dell’Aiuto alla crescita economica) e dal «fondo per la riduzione della pressione fiscale» (alimentato dai risultati strutturali della lotta all’evasione, per 2,2 miliardi secondo il Piano struttuale di bilancio) e sugli altri 9-10 miliardi da recuperare con la spending review, l’aiuto da banche e settori favoriti dalla congiuntura e con le altre misure di copertura.

Fonte: Il Sole 24 Ore