Artemundi lancia Guernica V. Fund

Artemundi lancia Guernica V. Fund

Guernica V. Fund è stato lanciato all’inizio di marzo da Artemundi, gestore di fondi d’arte, focalizzato sull’arte storicizzata di elevata qualità museale, del periodo impressionista, moderno e del dopoguerra. Ha una durata di tre anni, di cui due dedicati alle strategie di investimento, e la possibilità di estendere fino a un massimo di un anno supplementare per consentire la liquidazione degli investimenti del Fondo. L’obiettivo di raccolta è nell’ordine di 200 milioni di dollari con un investimento minimo di 200mila dollari. Sul fronte del rendimento il Fondo ha un obiettivo di IRR minimo del 17% al netto di commissioni e spese.

La gestione del fondo è affidata a Javier Lumbreras, collezionista d’arte, insieme ad un Consiglio consultivo di gestione formato da un team di professionisti del mercato dell’arte. In questa intervista Lumbreras spiega le caratteristiche di Guernica V. Fund.

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Perché solo opere d’arte di qualità museale?
Il Fondo investirà in opere d’arte di qualità museale dei periodi dell’Impressionismo, Post-Impressionismo e Modernismo del tardo XIX secolo, nonché dei movimenti del dopoguerra e dell’inizio del contemporaneo. Con un’enfasi sull’opportunità, acquisirà in modo selettivo un numero di capolavori a sconto sul loro valore intrinseco a lungo termine. L’esposizione al mercato sarà focalizzata sugli investimenti di più elevata qualità e storicamente più stabili, ovvero su quegli artisti che hanno resistito nel tempo e dureranno nei secoli senza rischi di oscillazioni di prezzo. Come copertura contro l’inflazione, le opere d’arte di qualità museale sul mercato secondario hanno un track record di apprezzamento costante. Sono altamente non correlate ai mercati finanziari e agli effetti macroeconomici, e il valore a lungo termine è invulnerabile a qualsiasi crisi finanziaria, indipendentemente dalla sua durata o gravità. Anche in scenari di guerra, l’arte offre una copertura perfetta. Il Fondo escluderà gli artisti nuovi o emergenti.

Per quale motivo avete deciso di escludere l’arte emergente?
Non investiamo in arte emergente perché crediamo che ci sia una questione morale che interferisce con le carriere degli artisti. È un segmento che presenta un’enorme volatilità dei prezzi; è incredibilmente speculativo, imprevedibile e contrario alla nostra strategia di investimento che si concentra su pezzi storici di richiamo globale.

Quale sarà la strategia operativa?
La durata è di tre anni, ma potrebbe estendersi a quattro, a seconda delle condizioni di mercato. Il primo e il secondo anno sono dedicati principalmente agli acquisti da vendite in sofferenza, causate dallo scompiglio macroeconomico finanziario della crisi sanitaria.
La gestione attiva sarà effettuata durante la vita del Fondo per monitorare e aumentare il valore del portafoglio d’arte utilizzando varie strategie d’investimento come prestiti per mostre e altre opportunità. È più probabile che i disinvestimenti avvengano nel terzo e nel quarto anno, ma un certo rollover potrebbe avvenire nel momento in cui la gestione considera le opportunità offerte dal mercato. La chiusura dovrebbe iniziare alla fine del secondo anno, senza una data precisa. Allo stesso modo in cui gli acquisti sono opportunistici, abbiamo anche intenzione di uscire quando la domanda di un determinato artista è alta, non quando il Fondo arriva alla fine.

Fonte: Il Sole 24 Ore