Ascoltare le voci nella burrasca della vita
C’è William, il figlio venuto male, che doveva fare finanza e invece è diventato sarto di scena, ha una macchina che è un rottame e pure la barba che la mamma detesta. C’è Mario che ha il sogno ricorrente di entrare da solo nello stadio mentre centomila persone scandiscono in coro il suo nome e lo applaudono. C’è Vanna che è diventata psicoterapeuta senza essere capace di fare la più facile delle diagnosi: sua madre è una matta. C’è Max che accompagna la moglie Lella nel suo percorso di malattia fino alla morte. C’è Maurizio che da una radio di qualche finestra lontana ascolta Tosca, e piange. E infine c’è Giorgio, sociologo, psicologo, psicoterapeuta e consulente per organizzazioni che per motivi professionali ha ascoltato queste storie e le ha raccolte in un libro . Ed è un modo per ringraziarle, perché, come dice in fondo al volume : “ringraziare è il mio gesto di ogni mattina e di ogni sera. Non era male da bambini quel segno della croce prima di dormire. Solo che allora chiedevo protezione mentre invece ora chene ho ben avuta tanta, non ho che da ringraziare”
Giorgio Piccinino esercita l’attività di psicoterapeuta individuale, di coppia e di gruppo e di insegnante e supervisore per la scuola di specializzazione in psicoterapia e per il corso di counseling presso il Centro Berne di Milano, di cui è partner. Ha pubblicato Il piacere di lavorare, Amore limpido, La coppia dalla crisi all’evoluzione, tutti con Erickson, e Nati per amare. Deterioramento e riattivazione della pulsione affettiva con Mimesis. Voci dalla burrasca. L’intima gioia di vivere (Pensa Multimedia, pagg. 172, euro 20) è il suo primo libro narrativo che raccoglie le esperienze che ha ascoltato e vissuto durante la sua vita. Immaginate di entrare in un cinema in cui si proiettano dei corti, immaginate un’esperienza immersiva in cui incontrate 30 episodi di vita vera, senza attori professionisti, senza scene ricostruite né musica, solo i reali protagonisti colti a dibattersi in presa diretta nelle situazioni più disparate delle loro vite quotidiane. Ci troviamo così dentro piccoli film che potremmo dire neorealisti tanto sono veri, immediati ed essenziali. Ci si emoziona profondamente a incontrare un padre che chiede perdono a sua figlia, una donna che si spoglia dei suoi tabù per rendersi dono e fare l’amore, una coppia che ride della propria drammatica condizione, una madre che consulta i suoi bambini . “Le ho trascritte fedelmente nel modo più breve e asciutto possibile per non togliere nulla alla loro autenticità racconta nella postfazione _ Mi ha guidato una parola nello scrivere: essenzialità. Per questo motivo le descrizioni sono ridotte al minimo, non volevo disperdere parole né impreziosire ciò che era già, di per sé, rilucente. Ho voluto valorizzare l’essenza degli esseri umani, quella che io credo brilli, sacra e universale, fin dalla nascita in ciascuno di noi”.
Tutte queste storie sono in fondo la dimostrazione della possibile bellezza degli esseri umani, descrivono squarci di consapevolezza, dopo giorni o anni drammatici, colgono vite in cui la consueta esistenza si scompagina riportando alla luce la più intima essenza di ciascuno. È proprio la gioia di vivere a emergere allora e la coscienza, in un lampo di verità del valore e della responsabilità del proprio operare. Una scoperta sempre inebriante, che rivela quanto può essere preziosa l’esistenza anche quando viene attraversata in frangenti dolorosi. D’altra parte la sofferenza umana è pur sempre l’allarme che il nostro corpo attiva quando ci snaturiamo, quando, anche inconsciamente,sentiamo di aver perduto la nostra grazia, il progetto biologico della nostra specie che ci vuole amorevoli, curiosi, autentici e capaci di dare senso e significato alla nostra esistenza.
“Ogni storia, lo confesso qui alla fine – conclude Piccinino – vuole anche essere un invito alla meditazione per ritrovare forze e capacità, per togliere il superfluo e tutte quelle fatue deviazioni che spesso intasano la nostra esistenza annebbiando il pensiero, sedando le emozioni e oscurando i nostri bisogni naturali. Tutte queste voci hanno scosso la mia vita, sono diventate la mia stessa voce, l’hanno intonata e arricchita, le hanno dato un significato che non ho più voluto tenere per me. Le ho raccolte sperando di aiutare anche altri a non sprecare un giorno del tempo avuto in dono. Noi esseri umani non abbiamo bisogno di molto per essere felici, ci basta ottenere l’essenziale e saperlo assaporare. E basta parlar male degli esseri umani”.
Fonte: Il Sole 24 Ore