Aspettare il nuovo anno tra le mille luci e i grattacieli di Hong Kong

Aspettare il nuovo anno tra le mille luci e i grattacieli di Hong Kong

Le sue milioni di luci sono da sempre l’immagine che resta impressa quando si atterra a Hong Kong di sera. Soprattutto adesso che al Victoria Harbour, al calar del buio, si accende lo spettacolo del Winter Harbourfront Pyrotechnics e i fuochi di artificio dettano nel cielo i numeri del conto alla rovescia per il nuovo anno solare. Anche dopo il suo ritorno alla Cina, questa è rimasta, infatti, la Christmas Town dell’Asia per antonomasia. Il clou ci sarà ovviamente durante la notte di Capodanno quando per dodici minuti nel cielo compariranno figure e forme ispirate alla natura disegnate dalle luci proiettate direttamente dall’acqua. Già adesso, però, mentre i sampang, le tradizionali imbarcazioni in legno solcano la baia incrociando i ristoranti galleggianti, si resta ammaliati dal fascino di questa giungla di grattacieli quasi galleggianti.

Vita notturna e cibo tra Temple Street e Tsim Sha Tsui

Già che si è arrivati di notte, conviene lasciarsi subito trasportare dall’onda trascinante della nightlife di Hong Kong tra mercati notturni, rooftop bar e club assai modaioli che calamitano irresistibilmente i nottambuli tra Temple Street e Tsim Sha Tsui. Soprattutto un’avventura all’interno di Temple Street Archway esalta l’incredibile varietà del cibo locale: polpette di pesce, zuppe di pinne di squalo e di serpente, dim sum, spiedini piccanti, wrap al cocco, caramelle alla barba di drago, il riso cotto nella grandi pentole in terracotta stimolano di continuo curiosità e appetiti. Eccezionale è anche il menu e l’atmosfera a Luk Yu Tea House, un indirizzo nostalgico per gli arredi risalenti agli anni ’30, mentre Mido Cafe fu aperto due decenni più tardi e da allora irradia uno charme inconfondibile. Da Gaddi’s bisogna abbigliarsi come a una cerimonia per reggere il confronto con il personale, mentre da Lin Heung Tea House sono più casual, però i suoi piatti tradizionali, soprattutto i dim sum, non potranno essere più dimenticati. Esperienza decisamente vertiginosa è quella che si può vivere al Café 100 del Ritz-Carlton: a 393 metri sul livello del mare, si gode di una prospettiva spettacolare sull’acqua resa magari infuocata dai colori del tramonto.

A Lantau in funivia per ascendere al Grande Buddha

Lo si può sfiorare anche da dentro le cabine della mini funivia Ngong Ping 360 che permette di raggiungere il Tian Tan Buddha, per tutti il Grande Buddha assiso a 34 metri di altezza ormai dal 1993. Bisogna superare ben 268 gradini per arrivare sotto la sua statua, però conviene sempre tentare l’ascesa anche per assistere alle scene di contemplazione ed estasi che colgono molti dei fedeli arrivati sin quassù per pregare e trovare pace sull’Isola di Lantau, dove i primi monaci arrivarono all’inizio del XX secolo e fondarono il monastero di Tai Mao Pung, La Grande Capanna, seguito dalla comparsa di altri templi buddisti più piccoli. Ancora oggi si può visitare la piantagione di te coltivata dai pronipoti dell’avvocato britannico Brook Bernacchi, primo occidentale a stabilirsi qui. Per poi raggiungere l’ispirante Wisdom Path, un’installazione di 38 colonne di legno incise con i versi completi del Sutra del Cuore, scritti dal maestro calligrafo Jao Tsung-I. Spettacolare appare la vista che si gode camminando sino al Lantau Peak dove lo sguardo si distende all’infinito sul Mar Cinese Meridionale.

La Street art colora Old Town Central

Intanto Old Town Central è sempre più diventata una galleria a cielo aperto di street art. Cominciando dall’angolo tra Tank Lane e Square Street, infatti, dove si può ammirare un’opera dell’artista Out originario della Cina continentale, che utilizza la porcellana blu e bianca per rappresentare un grande falco simboleggiante il fascino dell’ignoto, spostandosi tra Kau U Fong e Aberdeen Street in cui l’artista belga belga Jaune offre la sua personale interpretazione dei tradizionali quartieri popolari della città tra i lavoratori in bilico sulle impalcature di bambù e i praticanti instancabili di kung fu, sino all’incrocio tra Po Wa Street e Chung Wo Lane dove la cinese Satr dà sfoggio della propria abilità nell’impiegare la vernice spray, si resta basiti dalla forza vivida delle immagini e della loro capacità nel rendere colorata la città.

A Kowloon tra Airside e il Cattle Depot

Per tastare la trasformazione di Hong Kong nulla è più indicato di Kowloon, quartiere multiculturale che sta vivendo una rigenerazione anche architettonica testimoniata ad esempio dalla sagoma avveniristica di AIRSIDE , contenitore commerciale di ristoranti di pesce fresco, al tempo stesso piattaforma per praticare indoor surf e spazio in cui aggirarsi tra installazioni di arte contemporanee alla Gate 33 Gallery. Assolutamente strabiliante è anche la struttura che Norman Foster ha pensato per Kai Tak Cruise Terminal che comprende un vasto parco boytanico e un rooftop Terrace dove apprezzare la scenografia del Victoria Harbour. Tutto questo a poca distanza da quel Cattle Depot Artistic Village che ospita manifestazioni come Art Basel nell’ex mattatoio cittadino. A piedi si può poi andare al Kowloon City Market o alla Fishtail Rock, iconica roccia a forma di coda di pesce che si getta in acqua: per gli abitanti di Hong Kong qui ci si propizia un buon feng shui. Credenze antiche e business contemporaneo, infatti, vanno a braccetto.

Fonte: Il Sole 24 Ore