Assegno unico, come funziona oggi e come potrebbe cambiare in manovra

Sostegno alla famiglia e ai ceti medi. Sono le due priorità alla quali il governo lavora in vista della predisposizione della manovra. E per le quali è caccia alle risorse nelle pieghe del bilancio. «L’obiettivo è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario», ripetono in coro gli esponenti di governo e maggioranza, a fronte di una denatalità che è sempre più preoccupante.

Le ipotesi allo studio

Allo studio ci sono diverse ipotesi. Potenziare l’assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli, perché adesso, ha ricordato il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, la detrazione c’è dopo i 21 anni. Due opzioni allo studio, dunque, per un pacchetto che viene stimato tra i 5 e i 6 miliardi. L’assegno unico potrebbe essere rimpinguato ma è difficile ipotizzare, si spiega dalla maggioranza, l’introduzione di una soglia di reddito che andrebbe a cambiare del tutto la misura di tipo universalistico.

Come funziona oggi l’assegno unico

Oggi infatti l’assegno unico è un sostegno economico universalistico per le famiglie con figli a carico attribuito per ogni figlio fino a 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni), è senza limiti di età per i figli disabili. Proprio perché è una misura “universale”, può essere richiesto anche in assenza di Isee o con Isee superiore alla soglia di 45.574,96 euro. In tal caso, saranno corrisposti gli importi minimi previsti dalla normativa (si va da un minimo di 57 euro a un massimo di quasi 200 euro).

Le possibili modifiche

L’assegno unico, come si ricorderà, è entrato nel mirino dell’Europa (a luglio l’Italia è stata deferita alla Corte Ue per i requisiti legati alla residenza). In quest’ottica, i tecnici starebbero pensando di non farlo pesare nel calcolo Isee almeno per le famiglie numerose. Una mossa che consentirebbe così a tutte le famiglie con più figli, di poter accedere anche ad altre agevolazioni (oggi escluse perché richiedono un Isee più basso). Secondo gli ultimi dati Inps stanno beneficiando dell’assegno unico oltre 6 milioni di nuclei familiari per un totale di 9.54.9571 figli raggiunti.

Nuova veste alla misura

Per evitare che da qui a un anno arrivi una condanna europea: potrebbe essere necessario dare una nuova “veste” alla misura, magari rimodulando gli importi per liberare risorse e includere anche i lavoratori transfrontalieri assunti in Italia. Si tratta di una platea definita e ridotta, senza contare che molti di loro potrebbero comunque preferire le misure dei paesi di residenza (spesso di entità più elevata rispetto all’assegno italiano).

Fonte: Il Sole 24 Ore