Assegno unico: per patronati e Caf i tempi sono troppo stretti
L’operazione assegno unico da marzo 2022 inizia già con la preoccupazione, soprattutto di Caf e patronati, che i tempi siano troppo stretti. Le date sono serrate e va evitato che le famiglie, anche solo per pochi mesi, subiscano la cancellazione delle prestazioni attualmente erogate in busta paga, senza ricevere subito l’assegno sul conto corrente.
Le domande potranno essere presentate dal 1° gennaio all’Inps, che però dovrà diramare le istruzioni entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto sull’assegno unico in Gazzetta Ufficiale che, a sua volta, potrà avvenire solo previo parere delle commissioni parlamentari competenti (dovrà arrivare entro il 20 dicembre).
Per la domanda, inoltre, sarà necessario avere l’Isee 2022, che si potrà fare solo da gennaio (tramite procedura precompilata online sul sito dell’Inps o presso i Caf). L’assegno verrà poi riconosciuto da marzo, con la contestuale cancellazione in busta paga di detrazioni per i figli a carico e assegni attuali, ma – in base a quanto si legge nel decreto – l’Inps si prenderà 60 giorni dalla data della domanda per l’erogazione degli importi.
Le tempistiche strette
Difficile pensare che 7 milioni e mezzo di famiglie con figli minori di 21 anni riescano a fare tutto per tempo. «Chiediamo di dare la possibilità intanto di fare la domanda senza Isee e di comunicarlo entro giugno 2022 – afferma Dino Giornetti del Caf Cisl –. Così nel frattempo le famiglie potrebbero ottenere l’importo minimo e poi l’Inps, una volta conosciuto l’Isee, potrebbe procedere al conguaglio».
Anche il direttore del Caf Acli, Paolo Conti, insiste sulle questioni operative: «I cittadini rischiano di essere rimbalzati tra appuntamenti in diversi uffici, dai Caf per l’Isee ai patronati per inviare la domanda: basterebbe, come accade per il reddito di cittadinanza, dare la possibilità a entrambe le strutture di inviare la domanda».
Fonte: Il Sole 24 Ore