«Asset per 200 milioni, ma cresceremo ancora». Parla l’a.d. del family office di Del Vecchio jr.

«Asset per 200 milioni, ma cresceremo ancora». Parla l’a.d. del family office di Del Vecchio jr.

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Dal recente acquisto del Twiga dalle mani di Flavio Briatore, passando per packaging (Ima), beverage (Acqua Fiuggi) e cinema (Leone Film), senza contare il real estate e la controllata Triple Sea Food, cresciuta a tempo record con in pancia diversi ristoranti di lusso. Sta bruciando le tappe la holding Lmdv Capital fondata dal suo azionista unico, Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica. «Avendo investito oltre 200 milioni, il nostro Net Asset Value nel 2024 chiuderà vicino a questa grandezza» esordisce, in un colloquio con Radiocor, l’amministratore delegato di Lmdv, Marco Talarico. Tante le suggestioni, come sa anche il ceo, intorno al loro family office, come le continue indiscrezioni, già smentit, sul dossier Mps: «Non siamo mai stati interessati al Monte dei Paschi, non è mai rientrato nei nostri target» risponde il manager. Nei mesi scorsi c’è stato anche un interessamento per Banca Profilo, poi accantonato.

Tirando le somme, «in 24 mesi abbiamo investito oltre 200 milioni di euro. Ora vogliamo consolidare il nostro portafoglio ma siamo investitori molto attenti per cui rimaniamo vigili e attenti alle opportunità che presenta il mercato». Dossier imminenti sul tavolo? «Al momento, non stiamo guardando nessun settore in particolare. Ora dobbiamo sviluppare questa acquisizione del Twiga, di lavoro ne abbiamo da fare, anzi ora viene il bello». E se il 2024 è andato «secondo le nostre aspettative, siamo convinti che il 2025 andrà ancora meglio».

«Ora sviluppare acquisizione Twiga, obiettivi sono sfidanti»

La nuova scommessa, quindi, è il Twiga: «L’obiettivo è dare vita a un polo 100% italiano, una figura di riferimento del mondo dell’hospitality che avrà un fatturato per il 2025, a seconda delle nuove aperture, di circa 60 milioni. Quello che vogliamo fare noi è un unicum». Gli ex marchi di Briatore finiranno dentro la Triple Sea Food (Tsf), che ha raggiunto ricavi intorno ai 20 milioni in meno di due anni, «non credo l’abbia fatto nessuno. E già questo ci posiziona nella ‘top five’ dei gruppi italiani nel mondo della ristorazione».

Nella sola Tsf, la holding ha investito quasi 10 milioni di euro, con l’obiettivo di superare a breve i 60 milioni di fatturato, Twiga incluso. Prudenza, invece, sull’estero: «Avventurandosi in mercati esteri senza i partner giusti, si va in contro a più di un mal di testa, ma questo vale per tutte le tipologie di investimento, non solo per la ristorazione».

Tra investimenti Ima, Acqua Fiuggi e Leone Film

La crescita della holding, fa capire Talarico, non si ferma qui: «L’impegno di Del Vecchio in questi anni, che sta adesso accelerando con questa ultima operazione, fa trasparire il messaggio che gli obiettivi sono sicuramente sfidanti e, quindi, sarà facile crescere ulteriormente». Il manager non rivela cifre dell’operazione con Briatore («diciamo solo che numeri del deal hanno fatto felici entrambe le parti») e spiega la ratio che fin qui è stata alla base delle acquisizioni del family office: «La nostra filosofia consiste nell’andare alla ricerca di talenti italiani, che attraversano un passaggio generazionale. L’obiettivo è di entrare, lavorare sinergicamente insieme al management e gli azionisti per riportare l’azienda su un percorso di crescita».

Fonte: Il Sole 24 Ore