attesa per il documento finale alla Commissione Ue”

Parti ancora al lavoro per chiudere l’operazione Ita/Lufthansa in vista della scadenza di domani quando le parti dovrebbero inviare alla Commissione europea il documento contenente i “rimedi” chiesti proprio da Bruxelles per suggellare definitivamente le nozze tra i due vettori aerei. Da quanto apprende Radiocor, non è escluso che questa dead line possa slittare vista la distanza che ancora persiste tra le parti. In queste ore il Mef (socio unico di Ita) e la compagnia tedesca stanno lavorando per trovare una quadra dopo le richieste avanzate da Lufthansa di “uno sconto” sulla seconda tranche di investimento da 325 milioni per il 49% del capitale di Ita. Una mossa che non è piaciuta al Ministero che ha deciso di non firmare l’invio dei documenti a Bruxelles che le parti erano già pronti a inviare all’inizio della settimana. L’oscillazione del prezzo sul valore dell’investimento è una delle clausole contenute nel contratto firmato a giugno del 2023 e che Lufthansa ha deciso di esercitare. Un eventuale slittamento dei tempi però non dovrebbe preludere ad uno stop dell’operazione visto che quella dell’11 novembre non è una scadenza perentoria e quindi la Ue potrebbe concedere altro tempo.

Da quanto si apprende, c’è comunque la volontà da entrambe le parti di arrivare ad un accordo che potrebbe passare attraverso due strade: o una riduzione della rivalutazione del prezzo dell’investimento della seconda tranche; oppure un acquisto dilazionato nel tempo del 49% di Ita.

Venendo ai cosiddetti rimedi, la Commissione europea ha chiesto alle due compagnie di liberare una serie di slot per garantire al tutela della concorrenza nei segmenti di mercato ritenuti critici dall’Antitrust Ue. I soggetti che dovrebbero rilevare questi slot sono easyJet, Air France e Iag. In particolare la low cost britannica farà concorrenza a Milano-Linate e sulle rotte tra l’Italia e l’Europa centrale, mentre Air France e Iag (holding di British, Iberia, Vueling e Aer Lingus) opereranno tramite i loro hub – quindi con scalo – sui lunghi collegamenti da Fiumicino verso Washington, San Francisco e Toronto.

Fonte: Il Sole 24 Ore