Aumento spese difesa, i vertici Ue aprono. Crosetto: «Per ora obiettivo è 2% del Pil»

Aumento spese difesa, i vertici Ue aprono. Crosetto: «Per ora obiettivo è 2% del Pil»

Il Trump due alla guida degli Usa costringe l’Ue ad affrontare il dossier della quota di budget che i 27 Paesi destinano alla Difesa. Il 47esimo presidente degli Stati Uniti in più di un’occasione ha lanciato un messaggio chiaro. L’aumento delle spese militari? «Tutti possono permetterselo – ha sottolineato – ma dovrebbe essere al 5% e non al 2%». Il dossier è quindi ufficialmente sul tavolo. Si delinea pertanto una partita a poker tra gli Stati Uniti da una parte, sempre più orientati al dogma dell’“America First” e Ue e Alleanza Atlantica dall’altra.

Le tappe della trattativa

Un primo ampio confronto politico sul tema di maggiori sforzi per finanziare spese e investimenti destinati alla Difesa è atteso al “ritiro” dei capi di stato e di governo del 3 febbraio prossimo allo Château de Limont, nella provincia belga di Liegi. Un’altra tappa nella trattativa sarà l’incontro informale dei ministri delle Finanze Ue organizzato dalla presidenza polacca di turno alla guida del Consiglio Ue a Varsavia l’11 e 12 aprile. Infine, in ambito Nato, la riunione di fine giugno: in quell’occasione potrebbe essere fissata una percentuale tra spesa per la Difesa e Pil diversa da quella attuale (il 2%).

I vertici Ue aprono a un aumento delle spese per la Difesa

Intanto nelle ultime ore dalla Ue, prima dall’Alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas e poi dal Commissario europeo per la Difesa e lo spazio, sono giunte delle aperture nei confronti dell’ipotesi di alzare la soglia del 2%. E l’Italia? Alla domanda se il nostro Paese raggiungerà la spesa del 5% del Pil per la Nato come vorrebbe Trump, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto: «Non siamo ancora riusciti a raggiungere il 2%… per adesso il nostro obiettivo è il 2%, quello fissato ufficialmente dalla Nato. La prossima riunione della Nato sarà a fine giugno, vedremo se fisseranno un altro obiettivo. Per ora è il 2». La strategia dell’Italia è quella di sottrarre le spese per la Difesa ai rigidi paletti europei che regolano la gestione dei conti pubblici.

Kubilius: «Il 5-6% del Pil in difesa è quanto serve»

«La Lituania destinerà nei prossimi anni il 5-6% del Pil in difesa. Io sono lituano e sarò dunque di parte ma credo sia quello di cui abbiamo bisogno: la Russia spende il 9% del Pil», ha ricordato Andrius Kubilius, Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, precisando che l’aspetto finanziario «non può ridurre» l’impegno sulla difesa per l’Europa.

Kallas: «Trump ha ragione, Ue spenda di più per la difesa»

Sulla stessa linea l’Alto rappresentante dell’Ue Kaja Kallas. Intervenuta alla conferenza annuale dell’agenzia per la difesa Ue, ha affermato: «Il presidente Trump ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza» per la difesa, «è tempo di investire: abbiamo bisogno di investimenti dai Paesi membri e dal settore privato. Ma anche dal bilancio comune Ue», con il quale «dobbiamo spendere più dell’1%. Dobbiamo inviare un messaggio che prendiamo sul serio il nostro impegno per la difesa europea. L’anno scorso – ha aggiunto – i Paesi Ue hanno speso collettivamente una media dell’1,9% del Pil per la difesa. La Russia spende il 9%. Spendiamo miliardi per le nostre scuole, l’assistenza sanitaria e il welfare. Ma se non investiamo di più nella difesa, saremo tutti a rischio», ha concluso Kallas.

Fonte: Il Sole 24 Ore